Ho imparato a scrivere la schwa, nelle altre lingue ha un plurale? L’altro ieri raccomandavo “A 3°C world has no safe place“. Ma l’Economist difende il capital-global-liberismo! s’indigna un giovane militante dei Fridays4Future, già inca***mo dalle $tr*** del G20.

Appunto. Spiega che con una crisi così o il capitalismo si dà una mossa per risolverla o non ha futuro.
Ma dice di risolverla con la geoingegneria solare.
L’hai letto?
No, ma su Twitter…
Prima di inc*** anch’io, mi ricordo che m’indigno da una vita per un sacco di cose, e che la mia raccomandazione era meno di un tweet. Gli mando l’editoriale con evidenziato in giallo
- E’ anche prudente studiare la forma più spettacolare, e spaventosa, di adattamento: la geoingegneria solare.
Avrebbe ricadute in tutto il mondo, positive per pochi paesi e tremende per gli altri. Potrebbe essere sviluppata e realizzata per soddisfare soltanto gli “interessi dei suoi istigatori”.
- Pensare all’ingegneria solare richiede di affrontare questi problemi – e il rischio che potenze le quali non se ne curano la applichino comunque. Significa anche affrontare che tipo di essere l’umanità è diventata.

Gli mando anche l’approfondimento “Burning down the house” – il titolo è un omaggio a Greta, lo capirà al volo – descrive i disastri che l’umanità ha combinato finora e quelli che l’aspettano se “gli uomini saggi non fanno nulla” (nota):
- Tre gradi di riscaldamento globale sono totalmente plausibili e veramente disastrosi.
Ci sono adattamenti già pronti per l’uso, ma
- Più tempo ci si mette a tagliare le emissioni, e più evitare 3°C diventa qualcosa di realizzabile solo applicando tecnologie non collaudate e a volte preoccupanti, progettate o per risucchiare vaste quantità di carbonio dall’atmosfera, o per rimandare nello spazio i raggi del Sole. L’umanità si ritroverebbe tra una padella geoingegnerizzata e una brace ustionantissima.
Nota: per favore non s’indigni nessunə, è una citazione di Edmund Burke 1729-1797.
I ricercatori discutono di geoingegneria solare da almeno 15 anni, escono rapporti di accademie da almeno 10 anni, l’ultimo – che ho visto – nel marzo scorso. C’è chi vuole vietarla, chi chiede una moratoria sulla ricerca e chi un trattato che ne autorizzi il dispiegamento dopo approvazione dell’assemblea dell’Onu all’unanimità (!).
Tutti insistono su un rischio morale. La promessa di una tecnologia risolutiva spinge a mantenere comportamenti pericolosi. Perché ridurre i danni oggi, se domani li riparerà in modo efficace, sostenibile, indolore, economico… perfetto insomma?
Temo anch’io che non taglieremo in tempo le emissioni. Meglio studiare, simulare, sperimentare sistemi di rimozione del carbonio e di geoingegneria solare prima che diventino le uniche vie d’uscite dalla stretta. Troppo lenta la prima, troppo spericolata la seconda.
Sarei meno preoccupata se la ricerca fosse affidata a giovanə per la Climate Justice, indignadə di subire le conseguenze delle scelte dissennate altrui (altruə?).
Per esempio il dottorando Daniele Visioni di Cornell, primo autore di questa critica a molti modelli di geoingegneria solare e di questo paper sulle loro incertezze – “spaventose” in effetti.
Ho trovato in questo blog
https://www.phon.ucl.ac.uk/home/wells/blog0804a.htm
il plurale di schwa, è la “long schwa” e può essere scritto con il carattere ɜ in wordpress.
Ho cercato nel sorgente della pagina web dell’autore, per estrarre il codice.
Interessante l’uso del genere neutro, in questi tempi moderni, per parlare a tutti in modo generico.
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grazie, domenico.
In inglese “they” è indeterminato – o multi-genere: https://en.wikipedia.org/wiki/Singular_they
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