Quale ‘bomba’ ?

Titolo di Repubblica: “Siberia, una ‘bomba di metano’ sotto il permafrost: così il caldo favorisce le fuoriuscite dalle rocce”; titolo di Icona Clima: “Le ondate di caldo in Siberia hanno provocato nuove emissioni di metano”. Visto il potenziale di riscaldamento del metano, se fuoriuscisse dalle rocce sarebbe allarmante, in effetti.

Tranquilli, è improbabile che ci sia un ordigno – parafrasi mia – dice al Guardian il “Prof. Gavin Schmidt… coinvolto nello studio” uscito sui PNAS.

Studio segnalato anche nella mailing list dei Climalteranti, vado a vedere.

Sui PNAS, Nikolaus Froitzheim e gli altri due autori né si chiamano Gavin Schmidt né lo menzionano nel testo o in bibliografia. Scrivono di aver osservato, nelle mappe satellitari Pulse, concentrazioni anomale di metano sopra e attorno alla penisola Taymyr durante e dopo la lunga ondata di calore estremo del 2020.

Il caldo avrebbe rammollito il permafrost in due zone sotto le quali, coincidenza, c’è roccia calcarea. Infarcita di clatrati? Gli autori non lo dicono, ma ne proverrebbero due piccole “perdite” (leaks).

In compenso mostrano la concentrazione nella figura 1: il metano aumenta in agosto, per sei mesi no, e perdite massicce avvengono in marzo e aprile 2021 in una regione ben più estesa.

Qualcosa non va.

Commenti scettici di Benjamin Poulter, Frans-Jan Parmentier et (probabilmente) al.

Qualcosa non va bis

Kai Kupferschmidt twitta dalla conferenza stampa dell’Oms:

  • Q[uestion] about increased price for Pfizer and Moderna shots in Europe. Both companies have increased their manufacturing capacities and the efficiency in the production line, says @mariangelasimao. “This would in a normal market situation lead to a decreased price not increased price”.

Sempre più depresso, il povero Dott. Tedros ha chiesto ai paesi ricchi una “moratoria” di due mesi per la somministrazione della terza dose.

Qualcosa va bene, ma perché?

Philip Ball, su Nature, chiede a vari esperti – di cui Christina Pagel – come mai in Gran Bretagna, i casi di infezione si sono dimezzati dal quasi “liberi tutti” del 19 luglio e i ricoveri stanno calando. Per via del picco dopo la coppa europea? Di meno test? Dell’app che in caso di contatto impone 10 gg di isolamento? Delle scuole chiuse dal 23 luglio? Del bel tempo che invita a passare più tempo all’aperto?

Durerà, dottore?

6 pensieri riguardo “Quale ‘bomba’ ?

  1. C’è forse da osservare che la Siberia non è solo quella penisola sperduta sul circolo polare, ma anche venti gradi più a sud, con molti centigradi in più di media in questi ultimi anni, qualche problema c’è. D’altronde se ne parlava già negli anni novanta se non ricordo male. Credo che problemi di permafrost siano abbastanza conosciuti in Mongolia..dove ho letto di problemi tosti nella costruzione delle case (le fondamenta non trovano più terreno solido ma molliccio). Nelle periferie della capitale se la cavano con le tipiche costruzioni che non hanno fondamenta (non ricordo il nome..) ma nei quartieri dove si vuole costruire è un problema non da poco. Ovviamente non è un problema edilizio..anche se il riduzionismo va di moda..qui ci si gioca il futuro dell’uomo su questo pianeta..che qualcuno, con qualche viaggettino in stratosfera voglia poi darci l’illusione di poter fare turismo e colonizzazione extraterrestre è un esercizio puramente ludico: tra qualche anno cesseranno i viaggetti gratis in aereo e sicuramente anche di questo ‘turismo spaziale’ ne leggeremo con curiosità qualche articoletto su wikipedia.
    Spero che nei prossimi articoli si occupi di scuola :)..vorrebbe dire che qualche decisione almeno sarebbe in preventivo, perchè per il momento la vedo buia..con un altro anno di ansie e mascherine per i più piccoli, che saranno sicuramente fuori per un altro anno dai vaccini. Poi, per carità, come dice spesso lei, se non vaccini il mondo non risolvi il problema..però poi alla fine pensiamo egoisticamente al nostro orticello, e ci consoliamo con la parola vaccino, nell’illusione di allontanare questo ennesimo calice.
    Un caro saluto.
    stefano

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  2. stefano,
    ricordi bene, anche io ricordo sia della preoccupazione sullo scioglimento del permafrost e da più di un decennio si vedono ogni tanto in rete le fotografie di pozzi del diametro di una ventina di metri che si formano nella taiga.
    Il problema si è presentato anche alle Svalbard, dove alcune case si son talmente danneggiate che sono state abbandonate.
    Dovranno costruire su pali mi sa.

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    1. I famosi cratoni… E’ così in tutto il circolo polare.

      Alle Svalbard nel 2017 s’è dovuto rifare parte del “caveau” mondiale delle sementi 9 anni dopo l’inaugurazione. C’era stata un’estate calda, il permafrost s’era squagliato ed era rimasto allagato.

      A Prudhoe Bay in Alaska, i caseggiati costruiti dalle Big Oil per i lavoratori sprofondano e son tutti sbilenchi. Un paio di anni fa, lo stato aveva chiesto alla BP di dimostrare che i suoi pozzi non erano a rischio di “catastrofe”, non ricordo entro quando.

      Ci sono problemi di erosione e fusione anche per il permafrost sulla costa e in fondo al mare di Beaufort, ho visto che certe Big Oil non si fidano e hanno rinunciato a trivellare.

      Lo faranno altrove. In novembre Equinor, la Big Oil norvegese, ha annunciato un piano verde, net-zero ecc., e in dicembre che aveva ottenuto le licenze per trivellare nel mare di Okhotsk, in Siberia, insieme alla Rosneft.

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      1. Il petrolio facile è stato trovato tutto, adesso stanno andando a cercare o prendere quello più difficile. Quindi più profondo, in mare o in zone molto remote.

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  3. “Le ondate di caldo in Siberia hanno provocato nuove emissioni di metano”
    Non c’è da meravigliarsi che il permafrost sia un immenso deposito di metano, il metano si forma con estrema facilità in qualsiasi stagno dove sia depositato materiale organico in condizioni di anossia. Il noto gas delle paludi è metano misto a gas solforati e a qualche composto azotato gassoso. In prima definizione, il permafrost è costituito da stagni fossili ghiacciati. Non saprei se in termini quantitativi il contributo del permafrost sia paragonabile a quello prodotto nell’omento dei bovini, ma è verosimile che la progressiva fusione del permafrost sarà una delle cause dell’imminente catastrofe climatica.

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    1. Si misura il metano rilasciato dal permafrost artico da decenni, non si meraviglia più nessuno, penso. La differenza è che la “bomba” sarebbe stata emessa da rocce calcaree, non dal permafrost.

      Dalle ultime stime che ho visto, il permafrost attorno all’Artico emette circa 17 milioni di tonn/anno di metano su un totale di 590-600 milioni. Per ora è così poco che l’EIA lo mette in “Altre” fonti: https://www.iea.org/reports/methane-tracker-2020

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