Mi ero dimenticata del premio “Lombardia è ricerca”, ma non Tiziana Mietitieri che ne ha appena ricordato la triste storia. En passant, segnala una breve inchiesta di Report sulle proteste contro il premio dato a Guido Kroemer nel 2019 quando il tema era “Invecchiare in salute”.
Kroemer avrebbe scoperto che la spermidina, una poliammina del degrado cellulare come la spermina e la putrescina, ci allungherebbe la vita innescando l’autofagia: il processo durante il quale cellule morte o “suicide” (apoptosi) vengono digerite e sostituite da quelle nuove.
Può darsi, ma molte delle sue pubblicazioni erano e sono tuttora “problematiche“.
E “il più grande biologo del mondo”, per dirla con i giornalisti di Report, deve ancora pubblicare i risultati dello studio prospettico sui benefici a lungo termine della spermidina, iniziato nel 1995 e concluso nel 2015.
Così nessuno sa l’effetto che fa su “tutte le cause di mortalità umana”. Nel frattempo stando alle réclame, assunto come integratore alimentare il prodotto previene una o più cause ed è quindi un “elisir di lunga vita“.
Nel 2019 alcuni membri della giuria s’erano dimessi, in disaccordo con la motivazione del premio – dettagli da Tiziana. All’inizio della pandemia, i gerontologi intervistati da Report avevano offerto i propri servizi alla Regione ed erano stati ignorati nonostante i decessi crescenti di anziani. Nel frattempo Guido Kroemer aveva portato a Parigi i suoi 300 mila euro “personali”, e i restanti 700 mila erano andati a due istituti privati del “territorio lombardo“.

Quest’anno il tema era la fotosintesi, meno suscettibile di conflitti d’interesse. Tiziana glissa con eleganza sulle stranezze della motivazione ufficiale – che trovate nel suo post.
Per esempio non dice dove lavorano i tre premiati: Pierre Joliot, Marcella Bonchio e Markus Antonietti.
In compenso la motivazione attribuisce a Pierre Joliot, il famoso biofisico del CNRS, un secolo di scoperte sulla fotosintesi naturale per cui sarebbe all’origine delle ricerche sulla fotosintesi artificiale. Dopodiché c’è scritto:
- II (PSII), che utilizza una disposizione organizzata di antenne artificiali per liberare ossigeno dall’acqua convertendo quanti di luce in energia chimica (il quantasoma di Marcella Bonchio), e nella generazione di idrogeno verde e valorizzazione di anidride carbonica in processi eco-sostenibili (il
fotocatalizzatore polimerico costituito solo da carbonio e azoto, g-C3N4 o nitruro di carbonio, di Markus Antonietti, che integra le proprietà dei fotosistemi naturali in un solo materiale).
Che sarà ‘sto (Psii)? si chiede il vulgum pecus al quale appare per la prima volta e che non riesce a trovare il verbo di cui sarebbe il soggetto ed eventuali complementi.
In realtà nel 1969, Pierre Joliot aveva scoperto come funziona il “fotosistema II”, un ventaglietto di enzimi ossidanti. Nei cianobatteri e nei cloroplasti delle piante fa il lavoro dei nostri mitocondri: libera gli elettroni che forniscono energia alla cellula. In questo caso per la fotosintesi, invece della sintesi dell’adenosina trifosfato.
La chimica (organica) Marcella Bonchio dirige un grande laboratorio all’università di Padova. Sul Bo Live tre anni fa, oltre alla bella intervista sulla storia della sua scienza che le aveva fatto Pietro Greco, era uscito un articolo divulgativo di Francesco Suman dedicato proprio
- al quantasome (in italiano suonerebbe “quantosoma”),
una variante del fotosistema II (i quanti di luce sono fotoni verdi) costruita in laboratorio per aumentarne la produttività, che Marcella Bonchio e il suo gruppo avevano appena descritto su Nature Chemistry.
Markus Antonietti, un chimico (fisico) dell’istituto Max Planck per i colloidi e le interfacce, studia nuovi materiali che sfruttano ricerche di base come quelle di Marcella Bonchio per ottimizzare la produzione di idrogeno verde.
Come nel 2018 il premio è meritato, trovo; resta da capire perché si chiama “Lombardia è ricerca” svolta in Francia, a Padova e in Germania.
(nota per Tiziana: i post dell’oca precedenti al 1 aprile 2021 non sono scomparsi, adesso sono qui.)
Era partito come Nobel lombardo poi è diventato nobelino, chissà fra un paio d’anni cosa sarà (Grazie!)
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Grazie a te, anche per la pazienza.
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