“Ma l’Oms ha detto che Omicron sta diventando endemico.” Sarà “come i coronavirus del raffreddore”. L’evoluzione rende i virus meno pericolosi, lo sanno tutti, no?”

Quando me lo dicono, provo a cavarmela con un sopracciglio un po’ scettico. Ma oggi davanti al mercato, un’interlocutrice “spera proprio che le scuole resteranno aperte”. L’altra pure, “però è appena morto un bambino”. E stamattina a radiopop hanno sentito che “in Israele la quinta ondata è più letale, anche dopo la quarta dose.”
I “miei” scienziati, cosa dicono?
Che in Israele è diverso, solo il 65% della popolazione era bi-vaccinata, immagino. In media il primo booster la protegge bene dal covid grave, un altro servirà a ridurre ulteriormente il rischio di infezione per anziani, malati, personale sanitario…
Guardo se ci sono novità, ma so già che i “miei” scienziati sono scettici di mestiere e per esperienza.
Il paleovirologo Aris Katzourakis deve essere incappato spesso in affermazioni simili, perché su Nature sembra spazientito
- La parola ‘endemico’ è diventata una delle più travisate della pandemia. E molti assunti errati incoraggiano una compiacenza fuori luogo. Non vuol dire che il Covid-19 avrà una fine naturale.
Come altri “miei” scienziati, cita esempi che invitano alla prudenza: l’onnipresenza dell’epatite C, le vittime del morbillo dove le campagne di vaccinazione non arrivano, quelle della malaria e della tubercolosi nel 2020, la seconda ondata di influenza nel 1918, più letale della prima.
- In altre parole, una malattia può essere endemica e al contempo diffusa e letale. Di sicuro endemico non vuol dire che l’evoluzione ha addomesticato un patogeno perché la vita torni semplicemente “normale”. Da virologo evoluzionista, trovo frustranti i policy-maker che invocano la parola “endemico” per far poco o nulla.
Per esempio potrebbero smetterla con l’ottimismo “pigro”; valutare con realismo i livelli probabili di decessi, disabilità e malattie; dispiegare i potenti mezzi di prevenzione che già esistono; investire in vaccini ad ampio spettro.
- Il modo migliore per prevenire l’emergenza di varianti più pericolose o più trasmissibili è di fermare la diffusione incontrollata, il che richiede di integrare molti interventi di sanità pubblica, compreso uno cruciale: l’equità vaccinale.
Come i virologi, gli epidemiologi e gli economisti ripetono unanimi da un anno e mezzo. Inutilmente e sempre più frustrati.
Se può consolarli, i microbiologi, gli epidemiologi e gli economisti ripetono da 40 anni che la quantità di microbi resistenti agli antibiotici sta aumentando insieme a quella delle vittime.
Inutilmente. Nel caso servisse una prova, la settimana scorsa sul Lancet è uscito “Global burden of bacterial antimicrobial resistance in 2019: a systematic analysis”.
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Negli USA, dall’altro ieri la FDA limita l’uso degli anticorpi monoclonali di Eli Lilly e Regeneron alla cura del covid causato da altre varianti perché sono risultati inefficaci contro Omicron BA.1 e BA.2 – che causano il 99% delle infezioni.
Leonid Schneider ha informazioni sul rimedio quantistico contro il covid di un’azienda controllata da Novak Djokovic, e Smut Clyde ammira la creatività dei paperifici cinesi specializzati in chimica dei polimeri, meglio se nano-qualcosa.