Sotto il titolo “Economisti in rivolta contro i tecnici liberisti convocati da Draghi”, Domani ha pubblicato l’appello che chiede al governo di “riconsiderare” la nomina di certi membri del Nucleo tecnico per la coordinazione delle politiche economiche. Rivoltosi con diplomazia, gli autori dicono i peccati, non i peccatori.
Tra quei cinque maschi incompetenti, alcuni rappresentano “posizioni antiscientifiche che minimizzano la questione del cambiamento climatico e l’urgenza di adeguate politiche d’intervento […] Tali preoccupazioni sono rafforzate dalla loro appartenenza a think-tank liberisti dei quali non sono noti i finanziatori.” L’appello si può firmare qui.
Quiz per chi non clicca sui link e/o non legge gli Url
Chi sono gli innominabili?
- Alberto Mingardi
- Uberto Crescenti
- Enrico Mariutti
- altri ed eventuali
A proposito di competenze, m’ero persa le dimissioni del pluripoltronato docente di economia aziendale Federico Testa dalla presidenza dell’Enea. La fusione fredda ha perso un tifoso influente.

Gli Schneider Shorts sono uno stato di rivolta permanente contro la disonestà scientifica. Niente spoiler o quasi: alcuni protagonisti sono italiani.
Protagonisti italiani anche nei paper sul covid ritrattati o soggetti a un’expression of concern, censiti finora da Retraction Watch.
O’s digest – Science
Nell’editoriale, Joel Perlmutter è in rivolta contro la decisione della Food & Drug Adminitration di approvare un farmaco rischioso, costoso e inefficace che “rallenterebbe” l’Alzheimer.
Nel caso vi serva per convincere un rivoltoso antimask, in un paper Yafang Chen et al. trovano che negli ambienti con una bassa abbondanza di Sars-Cov-2 dove avvengono la maggior parte dei contatti, “le mascherine chirurgiche sono efficaci nel prevenire la diffusione del virus”.
(E dei virus dell’influenza e del raffreddore; contribuiscono a ridurre anche le crisi d’asma.)
Non in open access purtroppo, escono una perspective e due paper belli ed emozionanti sull’Homo di Nesher Ramla, risalente a circa 126 mila anni fa. Complimenti a Giorgio Manzi e ai suoi colleghi della Sapienza.
(Sarebbe ora che Giorgio aggiornasse i suoi “Best 10 papers 2011-2016”, no?)