Il momento dei devianti

Stando ai dati presentati ieri alla stampa da Graziano Venanzoni e collegh* dell’esperimento Muon g – 2, al Fermilab di Chicago, sembra che i muoni abbiano relazioni, rapporti, interazioni – vedete voi come chiamarle – con forze o particelle diverse da quelle note finora e riassunte nel “modello standard“.

Nella fisica delle particelle, come in altre situazioni, deviare dal modello suscita agitazione, entusiasmo e grandi aspettative. Basterà dargli una sistemata o andrà sostituito con uno nuovo? Immaginare addirittura una “nuova fisica”?

Domanda preliminare: quei dati sono affidabili? Saranno mica come i neutrini che viaggiavano più veloci della luce nel tunnel della ministra Gelmini, vero?

Questa volta è una cosa seria. Il grande magnete tondo Muon g – 2 è stato progettato per rilevare minuscole deviazioni o “anomalie” nelle fluttuazioni quantistiche, nelle particelle virtuali che saltan fuori “attorno” al muone. Queste consentono di stabilire il valore (“g“) del suo momento magnetico e di confrontarlo con quello previsto dalla teoria.

Sono quasi 5 anni che fasci di muoni mandati dagli acceleratori del Fermilab girano nell’anello a una velocità infraluminale ma di poco. I dati raccolti sono tantissimi, la statistica “robusta”. Oggi molti giornali dicono che il risultato era “inatteso”, ma secondo me era esattamente quello sperato.

Da vent’anni si sapeva che g superava di parecchio il valore teorico e che doveva essere minore di 2. Da qui il nome dell’esperimento, concepito dall’inizio per smentirlo o confermarlo con una precisione a prova di scettici.

Il valore sperimentale risulta maggiore di quello teorico, scrivono i molti autori del paper su Phys. Rev. Letters (a pagamento, bozza gratis su arXiv).

Vive la différence. Ora tocca alla comunità dei particellari confermare o smentire che le anomalie sono 0,46 ppm al Fermilab invece di 0,35ppm a Brookhaven dov’era stata misurata 20 anni fa, che

g = 2.00233184122(82) (h/t domenico)

ben 3,3 deviazioni standard (sigma in gergo) rispetto al modello omonimo, e cercare di spiegare perché. In programma ci sono nuovi esperimenti di Muon g – 2. I risultati faranno chiarezza o confusione? Risposte nella prossima puntata.

Per sapere se è il caso di cestinare un modello che con qualche ritocco, ha funzionato alla grande per >cinquant’anni, rimando all’articolo su Nature di Davide Castelvecchi che era in trepida attesa da dieci giorni

4 pensieri riguardo “Il momento dei devianti

  1. Ho visto la diretta ieri. Il risultato mi ha deluso un po’. Si sovrappone al risultato precedente di Brookhaven Lab, con un miglioramento dell’errore di misura del 15%, ancora sotto le 5 deviazioni standard. Pensavo ad un annuncio storico. Peccato.

    g = 2.00233184122(82)

    non comprendo quel 0.46 parti per milione nel tuo blog.
    Auguri di una buona vita da pensionata.

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    1. Paolo C,,

      lo leggerò, prometto .

      ***

      domenico,

      quel 0.46 parti per milione

      Ups! Non è g, è l’anomalia trovata al Fermilab, adesso correggo e l’aggiungo, grazie – e anche degli auguri.

      p.s. non so perché, quando copio le lettere greche (gmu – 2)/2 = am(FNAL) = ecc. l’equazione non mi esce fuori.

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  2. Ti riferisci all’articolo di Mariutti? La prima cosa che ho notato è che parla di carbon tax e di sussidi alle rinnovabili, ma non mi pare nomini i sussidi e gli sgravi di cui godono le fossili. O sbaglio?

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