Dopo L‘Avvenire, Il Quotidiano, Il Foglio ecc. anche Mattia Feltri della Stampa si è “imbattuto nella storia di donne che il mondo l’hanno attraversato”: le volontarie di Nove e Giovanna Foglia. Da sempre attraversatrice di mondi, ha fornito loro l’Airbus 320 con il quale hanno “portato da Kuwait City a Roma oltre 500 donne afgane”.
(Nel senso di quasi 300 donne, bambini e disabili.)
E’ una signora alla quale voglio bene, che ogni tanto mi ospita in un Eden detto la “masseria-reggia“. Una gran signora in t-shirt e jeans, impulsiva, determinata, dalle idee a volte stravaganti, dai modi bruschi e dai saperi che mi sbalordiscono.
Sa costruire case, restaurare mobili, cucinare pranzi per trenta o per tre, curare gli animali e le piante, sistemarvi il computer (omissis) e vincere campionati di golf al punto di far perdere quello europeo alla squadra femminile francese quando era nella nazionale italiana…
E ha un talento per il piacere e le feste che mi ricorda la nonna di Assia Djebar come l’ha raccontata nella “Nouba des femmes du Mont Chenoua“.
Anni fa con la madre e Fiorella C., un’amica comune detta “la donna della mia vita“, ha creato il trust “Nel nome della donna” che fra molti progetti piccoli e grandi, sostiene quelli dell’Aidos, di Action Aid e di Nove (l’Airbus è in fondo all’elenco).
Poi c’è la generosità personale di Fiore e Foglia, ma sarà per un’altra volta.