Sotto la vernice

In quasi tutti i libri di storia della chimica, c’è la riproduzione del “Ritratto di Antoine Lavoisier e sua moglie” di J.-Louis David. Il quadro è stato molto commentato e interpretato da scienziati, storici dell’arte e femministe. Tutto da rifare.

Antoine Laurent Lavoisier (1743–1794) and Marie-Anne Lavoisier (Marie-Anne Pierrette Paulze, 1758–1836), J.-Louis David, 1788 – Metropolitan Museum of Art, New York

Silvia Centeno, Dorothy Mahon, Federico Carò e David Pullins del Metropolitan Museum of Art (Met) hanno appena pubblicato su Heritage Science

Discovering the evolution of Jacques-Louis David’s portrait of Antoine-Laurent and Marie-Anne Pierrette Paulze Lavoisier

Mentre Silvia Centeno stava togliendo una vernice trasparente “deteriorata”, aveva notato “vaghe indicazioni di possibili alterazioni”, e i curatori hanno deciso di studiare il dipinto in profondità.

Senza rovinarlo – don’t panic!

Prima con la riflettografia all’infrarosso che mostrò parecchi pentimenti e la fluorescenza a raggi X per scansioni macro, servita a confermarli e a definirli con maggior precisione. Solo dopo, hanno prelevato sette schegge “microscopiche” di pigmenti, e le hanno analizzate con altre due tecniche: la normale spettroscopia Raman e la microscopia elettronica a scansione abbinata alla spettrometria a raggi X “energy dispersive” che neanche Wikipedia sa come si dice in italiano.

Con queste, hanno determinato il colore dei vestiti e dell’arredamento, e provato a capire come David era riuscito a nascondere così bene l’originale.

La coppia di grands bourgeois un po’ austeri, dagli abiti eleganti ma modesti, che rivoluzionano la chimica, lui con esperimenti e lei da Musa ispiratrice, ne copre una molto diversa:

  • sotto la solennità neo-classica, abbiamo trovato una versione totalmente ignota, piena di eccessi, con implicazioni per come collochiamo il quadro nella storia dell’arte e per il rivolgimento stilistico sinonimo di David: una rottura radicale, improvvisa, tra il rococò e il neo-classicismo.

Per la storia tout court, il dipinto originario mostra una lussuosa biblioteca, lui è seduto forse per fare conti – era un ricco fermier-général, un esattore – a una scrivania con gambe e ornamenti in bronzo dorato (ital? ormoulu) indossa un abito marrone dai bottoni dorati anch’essi e una mantella rossa.

Lei occupa ancora più spazio grazie a un gigantesco cappello dal quale spuntano una lunga piuma di struzzo e un mazzo di fiori. Sull’abito bianco ha una cintura e nastri rossi invece di un celeste discreto. Sembra una dama di corte cliente della Bertin, una Marie Antoinette in più giovane, sicura di sé e slanciata…

  • Il dipinto, firmato e datato 1788, era stato completato prima del Salon del 1789 [fu escluso, per non infiammare gli animi]. Il cappello di Madame Lavoisier era particolarmente di moda nell’autunno 1787, il che suggerisce che il quadro iniziò quell’anno.

Madame aveva commissionato il doppio ritratto e – presumo – aveva approvato la composizione rococò iniziale. Chi ha cambiato idea e quando? La trasformazione in coppia borghese operosa e illuminata avvenne entro il 1788 a dipinto già finito e a rivoluzione non ancora iniziata (nota):

  • In considerazione di cambiamenti così estensivi, è degno di nota che i pentimenti non si svilupparono mentre gli strati di pittura invecchiavano.

Gli autori non resistono alla

  • tentazione di considerare che al padre della chimica moderna sarebbero piaciute le scoperte rese possibili da nuove tecniche di imaging, usando strumenti progettati e costruiti specificamente per lo studio collaborativo di opere d’arte – così come aveva fatto quando progettava la strumentazione per i suoi esperimenti fruttuosi e storicamente importanti che portarono a scoperte fondamentali per la scienza.

Non resisto alla tentazione di dire che la notizia mi è stata segnalata da Roald Hoffmann, un chimico teorico che dieci anni fa al Met commentava e interpretava il doppio ritratto con l’amico Harold Varmus e la storica dell’arte Kathryn Calley Galitz. 

E che quindici anni fa aiutava l’oca a non smarrirsi nella biblioteca di Cornell, mentre cercava documenti su Madame Lavoisier e altre scienziate.

Nota: inizia a Rennes il 26-27 gennaio 1789.

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