Oggi inizia l’esperimento inglese del Freedom Day, rimandato di un mese a causa della “Delta wave”. Il popolo s’aspettava la fine delle misure di contenimento della pandemia. Solo che l’ondata Delta prosegue.
La settimana scorsa 500 mila inglesi rintracciati con un’app hanno dovuto chiudersi in auto-isolamento. Tra questi il cancelliere Rishi Sunak, contagiato dall’ex cancelliere e nuovo ministro della sanità Sajid Javid auto-isolato pure lui, e da ieri Boris Johnson entrato in contatto con “qualcuno“.
Uno dei suddetti? Una nuova fidanzata?
Per evitare una settimana di lockdown personale, il primo ministro aveva detto che stava partecipando a un presunto studio-pilota per VIP “sul posto di lavoro“, e venerdì era andato in week-end agli Chequers.
Da solo? Con lo stesso “qualcuno”? Con uno o più altri?
I non VIP hanno gridato in coro: e noi chi siamo, i figli della serva?
Il loro primo ministro ha preferito abbandonare il presunto studio pilota. Ieri ha chiesto al popolo di rispettare le regole – liberticide ça va sans dire – dell’Istituto nazionale di sanità fino alla fine di settembre. Lo ha ripetuto nella conferenza stampa in cui oggi doveva annunciare ai giornalisti festanti la vittoria contro il virus, avvenuta mestamente in remoto.
Se non mi trattenessi, comincerei a pensar bene di Giuseppe Conte e Mario Draghi.

Oggi inizia la Deep Field Week quando Hubble, il caro vecchio telescopio spaziale, ci mostra l’universo più distante. Solo che dal 13 giugno non mostrava più niente. Sembrava star bene, gli strumenti pure, ma il computer di bordo che ne raccoglie i dati e li trasmette a Base Terra taceva.
Ai suoi badanti c’è voluto un mese di prove, di segnali inviati e rimasti senza risposte, di unghie rosicchiate fino al gomito per arrivare a una diagnosi: la PCU era schiattata.
Hanno messo in funzione quella di backup, risvegliato gli strumenti scientifici rimasti da giugno in ibernazione (“safe mode”) e sabato hanno programmato un’osservazione.
Da allora i badanti tacciono.