Avvertenza: sto per chiedere soldi e qualcosa di più.

Prima una comunicazione urgente.
Se come alcuni lettori abituali dell’oca avete adottato un bambino o una bambina a distanza in Haiti o in Afghanistan attraverso Action Aid (o altre Ong), forse non riceverete sue notizie per settimane. Succede a ogni disastro, lo sapete, ma ci vorrà più tempo del solito per rintracciare le famiglie sfollate e fuggite.
Per ora, confermo, in Afghanistan non siamo ostacolati. Lo staff appartiene alle etnie presenti nelle sette province dove lavora. Lo fa con più difficoltà di prima, ma è così anche in Haiti o in Myanmar dove il livello di insicurezza, di sciacallaggio e di violenza non è così diverso.
Con i vostri soldi finanziamo iniziative che durano tre, cinque o dieci anni, ma ne teniamo un po’ per le emergenze; alluvioni, terremoti, siccità, conflitti armati ci sono sempre. Una delle difficoltà è che abbiamo esaurito la riserva del 2021.
In Italia siete già molto generosi, è imbarazzante chiedervi di più, ma se potete e volete contribuire alla cassa comune internazionale, l’Iban è
IT57A 0503 4016 4700 0000 0514 87 (tutto attaccato)
Banca BPM, conto “Appello soccorso”. Ci servirebbe un fondo quasi stabile di 0,5-1 milione di euro per le spese urgenti delle Action Aid in modalità emergenza.
E qualcosa di più
In Afghanistan avevamo preparato l’evacuazione del personale straniero o minacciato. In parte è già al sicuro, in parte i piani cambiano di continuo insieme agli interlocutori. Se volete e potete, vi chiediamo di fare pressione sui vostri governanti perché accelerino la concessione dei visti e allarghino i “corridoi umanitari”.
Gli interlocutori esistono. Giuseppe Conte è stato deriso per aver parlato di “dialogo” con i talebani al potere. Per le Ong che non sono la foglia di fico di un potente locale, è un’ovvietà. Devono sempre rivendicare diritti umani, contrattare spazi di libertà o almeno di tolleranza con chiunque sia al potere (“advocacy”, in gergo).
A volte mancano interlocutori e spazi. Anche in Europa – Bielorussia, Polonia, Ungheria – il governo dichiara illegali le Ong la cui esistenza è una critica intollerabile. Ne sequestra i soldi e le sedi; distrugge le case rifugio, gli ambulatori, i mezzi di comunicazione; incarcera, a volte tortura e uccide chi le ha fondate o le organizza.
In Italia, le leggi sulla sicurezza trasformano in criminale chi rispetta la convenzione internazionale sui soccorsi in mare. Ci sono talebani di ogni fede e colore. E forse il potere sarà omogeneo in Corea del nord, altrove no.
(A Milano, per esempio, italiani e stranieri privi di soldi per il ticket o di documenti e quindi del diritto alla salute sono curati nel Politruck di Emergency. Senza uno spazio di tolleranza, sarebbe un Tir in sosta vietata.)