Dentro il Twitter storm

Meglio tardi ecc., Science dedica uno “special” alla disinformazione su Twitter, agli scienziati che cercano di contrastarla o a volte la producono, e ai vantaggi e svantaggi di diffondere subito risultati e paper.

Grafico da “Tips on using science Twitter during Covid-19”, Sally James,
PLoS SciComm, 15 aprile 2020

Quasi tutti gli articoli sono in open access, la traduzione di Google è adeguata, segnalo brevemente

  • Inside the vortex” fa da introduzione, ma stranamente non è in open access. Martin Eisenrink ricorda che la disinformazione, gli insulti e le minacce di morte “non sono un fenomeno nuovo – ‘We feel your pain’, dice il climatologo Michael Mann alle nuove vittime – ma la pandemia e il clima iper-polarizzato di oggi ha peggiorato le cose”;
  • Detecting bullshit” di Kai Kupferschmidt è insieme un profilo di Carl Bergstrom, autore con Jevin West del saggio Calling Bullshit, e una rassegna di ricerche sul tema legate alla pandemia;
  • In the line of fire” di Cathleen O’Grady riassume i risultati di un sondaggio fra ricercatori sugli “abusi” subiti, e le loro conseguenze non solo negli Stati Uniti. Aggiunge un elenco delle organizzazioni che in USA aiutano le vittime di aggressioni.
  • Riding the Twitter wave” di Jeff Brainard è una rassegna delle ricerche e un sunto di esperienze positive e negative che si conclude con brevi istruzioni per l’uso, riprodotte pure qui (queste sono più circostanziate, altre al link sotto il grafico).

Non fanno parte dello speciale, ma c’entrano:

*

E se non basta la guerra a deprimerci, al venerdì escono anche gli Schneider Shorts.

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