Lungi da un’oca gongolare per le risposte dell’amministratore delegato dell’Enel a Matteo Salvini e seguaci nuclearisti AGW-negazionisti e iperliberisti coi dané dei contribuenti.

Non sarà lei a crogiolarsi nella Schadenfreude, men che meno nel “ve l’avevo detto io” per conto dei Climalteranti. Però da quando è ripartita la campagna locale pro-centrali nucleari, le sembra che le sfig i contrattempi si moltiplichino:
- in Cina, dopo soltanto due anni mezzo di attività Taishan 1 – il primo EPR entrato in funzione – ha dovuto esser spento per via di 5 barre d’uranio difettose su 60 mila e sei mesi dopo devono ancora essere sostituite. Perdite economiche tuttora da valutare;
- in Francia, in novembre ma s’è saputo solo il mese scorso, la centrale del Tricastin s’è messa (di nuovo) a perdere trizio nell’acqua di falda;
- l’altro ieri EDF informava la stampa che avrebbe caricato le barre nell’EPR di Flamanville-3 non a fine anno ma nel secondo trimestre del prossimo. Costo del rinvio: 300 milioni di euro. Il preventivo passava così da 3,3 a 12,7 miliardi e la produzione di elettricità era rinviata dal 2012 al 2024.
- ieri l’ing. Starace informava Salvini e seguaci tramite Repubblica che l’ENEL è azionista di due nuove “centrali” slovacche – due reattori nella centrale di Mochovce in realtà. Sono modelli più banali, eppure “dovevano essere finiti nel 2012 e lo saranno nel 2022, dovevano costare 3,3 miliardi e ne costeranno 6,2. Ed è un caso virtuoso.” (Per non abbonati, rif. Huffington Post e Open);
- tra un mese l’EPR di Olkiluoto dovrebbe essere allacciato alla rete con 12 anni di ritardo al costo di 11 miliardi invece di 3.
A Salvini e seguaci forse conviene parlar d’altro?
Più maltempo = meno Pil
In termini di PIL, quali sono i costi/benefici delle precipitazioni via via che sono rese più intense dal riscaldamento globale? Per quanto è successo dal 1979 al 2019, rispondono Leonie Wenz e altri due ricercatori del PIK su Nature di oggi che ci dedica la copertina.
In sintesi, combinando i dati meteo quotidiani con quelli del Pil annuo in 1.544 regioni del mondo, trovano che le regioni dove le precipitazioni si concentrano in pochi giorni/anno e ci sono più industrie e servizi – i.e. i paesi più ricchi – ci rimettono più delle zone agricole.
Sarebbe quindi opportuno includere queste perdite nel costo e di cambiamenti climatici, concludono. E nei benefici di un adattamento di industrie e servizi… Com. stampa del Pik.
Nel commento, Xin-Zhong Liang stima che le piogge e conseguenti alluvioni del giugno scorso in Germania e nello Henan, in Cina, abbiano causato danni economici per un totale di $12 miliardi. Sembra poco: Munich Re parla di $46 miliardi per la sola Germania.
A proposito
Anche il climatologo neozelandese Dave Frame, Reto Knutti – l’amico di Steph all’ETH – e Andrew Dessler – specialista delle nuvole sulle quali non ne sa ancora abbastanza, dice – sono contrari una “moratoria” sulle scienze del clima.
Ma guarda, in risposta a un tweet di Medbunker sulla credulità nelle ciarlatanerie di chi ce l’ha con “l’arroganza della scienza”, il “gentile Dr. Mariutti” dimostra di non sapere cosa sia un “argomento ad Hitlerum” e tenta di usarlo – a sproposito.
Tra le risposte anche questa, di tal Michela
“Eppure sono al giro secondo di Covid e sono ancora viva.
Miracolata? 🙄
COVID SI CURA”
No, non miracolata, se la foto drl profilo rispecchia la persona dietro ai tasti.
Piuttosto, giovane, abbastanza sana e non sfortunata.
I miracoli servono a qualche decade di distanza, pare, dove le cure forse iniziano ad arrivare adesso
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Chissà se la cura era l’ormone che fa ricrescere i capelli o “Hydroxychloroquine, Azithromycin, Zinc, and Vitamin D3 With or Without Intravenous Vitamin C” come in Turchia…
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