Tra francesi e italiani su Whatsapp c’è una gara a chi è messo peggio. Stando al modello dell’Economist, ci toccherà turarci il naso già al primo turno delle presidenziali, o al secondo dovremo scegliere tra Valérie Pécresse e Marine Le Pen.
“Due donne.” “Sì, come la Moratti e la Casellati.” “Almeno voi avete Mario Draghi.” Non faccio parte dei “voi”, ma protesto: Draghi è una lingua biforcuta un po’ più educato di Macron, con dei ministri ancora meno competenti.
“Citation needed,” scrive di rimando una francese (?) che l’altro ieri augurava una carriera di bidello al ministro per l’educazione. Non son capace – refrain – di copiare un link, provo a riassumere le misure contro i poveri: budget 2022, reddito di cittadinanza, Pnrr contro le Ong (omissis).
“Contro le Ong? Ma no!” Ma sì, svp googli *un grande ‘vaffa’ al cuore pulsante del Paese* (nota).
“Colpa dei partiti.” Però quando vuole li ignora, svp googli *Salvini e tira dritto*.
“Sempre meglio di Boris Johnson,” scrive l’emigrato italiano che ha iniziato la chat, preoccupato dai sondaggi. Eric Zemmour – il rivale a destra delle due nazionalpopuliste – sembrava in calo e invece…
Piovono emoji e link.
Nota per i fainéants
Grandi riconoscimenti e impegni a sostenerle in ottobre, e tra novembre e dicembre:
- In ordine sparso altri “ringraziamenti” al “cuore pulsante” della società in queste settimane sono stati: il depauperamento del fondo per gli aiuti alimentari agli indigenti, l’esclusione del non profit dalla stragrande maggioranza dei bandi legati al Pnrr e clamorosamente anche da quello sui beni confiscati, la conferma degli stanziamenti per la cooperazione internazionale allo 0,22% sul reddito nazionale lordo. […] un grande “vaffa” al cuore pulsante del Paese.
Sempre su Vita di gennaio, c’è un’inchiesta desolante su milioni di euro donati per il covid e bloccati da burocrazie con norme contraddittorie…