Coincidenza (capitano solo a me?). Il 20 maggio su Nature Communications, Stefano Zapperi e colleghi della Statale e dell’università di Erlangen-Norimberga, scrivono che una loro Intelligenza Artificiale prevede non solo dove e come, ma perfino quando si fratturerà un vetro di silice solo dal reticolo disegnato dalle sue rughe!

Dalla faccia che fa quello che chiamano un fluido disordinato “molto semplice”, un po’ abusivamente come si evince dalla figura 1. Invece l’IA si chiama “Grad-CAM” che sta per Gradient-weighted Class Activation Mapping, dove – secondo me – la C di classe vuol dire che Grad-CAM riesce a farlo per la classe dei materiali simili; a due strati uno dei quali in silice o in grafene quando gli elettroni non sanno più da che parte andare (nota).
Come altre volte, Zapperi & C. hanno incluso il parere dei revisori e le proprie risposte. Ai diversamente dotati per la fisica teorica, la topologia e la matematica in generale, suggerisco di leggerlo dopo l’abstract, l’introduzione e magari la discussione, per prepararsi ad affrontare i risultati e i metodi.
Quella C sta anche per chance. Lo Zap & C. sono stati fortunati con la peer-review. I due revisori sono molto incuriositi. Vorrebbero saperne di più, capire meglio, visualizzare come l’IA quello che accade nel reticolo. Suggeriscono di fare delle prove, di fornire altri esempi.
Non che improvvisamente le equazioni dei metodi diventino parlanti, ma i risultati sì. E’ possibile interpretare quei micro-disastri a livello atomico e dedurne che un giorno finirà male.
La coincidenza non è la C
Lo stesso giorno sull’Economist è uscita la recensione di “Ways of Being: Beyond human intelligence”, un saggio di James Bridle sulle I.A. che interpretano il linguaggio degli animali, vocalizzato o meno, e che un giorno potranno parlare con loro e altre creature.
Come nella leggenda di re Salomone e del suo anello. (Estratto sul Guardian.)
Sembra fantascienza, ovvio. O l’inizio di una co-evoluzione simbiotica, di un problem-solving collettivo prima che sia troppo tardi? Siamo tutti imparentati, abitiamo lo stesso mondo, abbiamo esperienze percezioni sensazioni comuni. Per gli odori, meglio i cani, per l’ultravioletto le api, per l’infrarosso i salmoni…
Mica si deve spiegare la rava e la fava a degli alieni.
Era ricerca di nicchia, per eccentrici, mistici New Age, adoratori di Gaia. Da qualche anno se ne discute pubblicamente, si organizzano conferenze multidisciplinari, qualcosa spunta nelle riviste scientifiche a cura di gente seria – Isabella Versace, Giorgio Vallortigara – e comincia a essere citato.
Non solo perché sono in vendita app che tradurrebbero i latrati di Fido. Registrazioni del canto delle balene per migliaia di ore vengono digerite dagli algoritmi del machine learning in un progetto basato alla Texas A&M University che si chiama CETI. Ce ne sono molti altri, ma siamo ancora ai preamboli.
Per dirne una, nel word wide web come si indicizzano le “parole” di linguaggi senza un alfabeto?
L’anno scorso in un bell’articolo per il New Yorker, Philip Ball passava in rassegna i problemi da risolvere prima di essere sicuri di capire qualcosa di più di “io Tarzan, tu Jane”, e di essere capiti.
Dopodiché
Nella baia, la mini-videoCAM dell’oca con deep Bluetooth scende vicino alla tana di un vecchio amico e lampeggia mentre l’oca attiva Octopus vulgaris, lui lo sa ma non s’offende, sul traduttore inter-specie di Whatsapp.
- Come stai, polpo Gigio? Ti vedo pallidino.
E’ il nome che s’è scelto da giovane. Sbiadisce attorno allo stomaco.
- Sono state le ostriche di ieri. Essendo intelligente, l’IA boccia te l’avevo detto io. Vuoi che ti porti crocchette di riso?
Scuote la testa, disgustato. Oggi solo gamberetti, dai.
Con un tentacolo dice ok, con due ciao ciao, si gira e rientra a casa. Il tik tok di sua sorella che insegna grammatica agli H. sapiens monocolori della stazione Anton Dohrn sarà per un altro giorno.
Se lo faccio vedere alla Turdus merula che viene ogni tanto a lamentarsi delle cacche di piccioni nelle grondaie del condominio, ride anche lei?
Nota
M’è venuta una crisi d’antropomorfismo, ma ho un’attenuante. Nel grafene quelle minuscole fratture si chiamano davvero “wrinkle networks”.
Non ho capito niente. Però ieri il gatto della vicina ha chiappato un pullo di gazza, io avendo in mano la carabina ho spaventato il gatto con un colpo fortunato (fortunato per il gatto, nel senso che non l’ho preso ma gli ho schizzato della ghiaia negli occhi, il felino sconcertato ha mollato l’uccello il quale correndo come un pazzo si è rifugiato tra le mie braccia, disgraziatamente avevo finito i pallini sennò impiombavo pure lui, ora il maledetto pullo mi si arrampica sulla schiena e gracida chiedendo cibo, mi guarda mentre la sua mamma mi svolazza intorno gracidando a più non posso e mi guarda pure lei, il pullo non vola ancora ma ha già mangiato una salsiccia, il gatto ci circonda nonostante lo abbia zeppato di salsicce pure a lui, cosa devo fare?
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Proporre un menu vegano?
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