Verso Sharm el-Sheik

Gli ultimi sette anni sono stati i più caldi registrati dall’inizio dell’Ottocento, eppure la COP 27 che inizia il 6 novembre non pare interessare i media. Neppure gli sforzi eroici di John Kerry per tentare di ricostruire la “leadership” USA-Cina che aveva trasformato il vertice un po’ riottoso di Glasgow in un successo inaspettato.

La diplomazia dell’Unione europea, più discreta, aveva portato ad alleanze finanziarie e transnazionali per investimenti nei paesi poveri, tutelare le foreste, ridurre le emissioni di metano e altre iniziative a sostegno degli impegni presi con l’Accordo di Parigi nel 2015.

Bei tempi.

Un anno fa, la crisi climatica veniva presa sul serio da tutti i paesi firmatari dell’UNFCCC. Dopo il picco della pandemia, i prezzi dei combustibili fossili erano aumentati insieme alla ripresa economica e, in Cina anzitutto, e alla produzione di energia rinnovabile. Una coincidenza favorevole alla decarbonizzazione.

Poi la Russia ha invaso l’Ucraina.

Non andava bene nemmeno prima, cf. grafico sopra per dire, tratto dal rapporto State of Climate Action 2022 di Boehm et al. pubblicato oggi da Climate Action Tracker (la fonte più affidabile stando all’Economist, mi adeguo). Globalmente nessun impegno viene rispettato nei tempi necessari;

  • Il cambiamento va nella giusta direzione a una velocità promettente ma insufficiente per sei indicatori; nella giusta direzione ma ben al di sotto del ritmo richiesto per ventuno di essi; per altri cinque va nella direzione completamente sbagliata e i dati non sono sufficienti per valutare i restanti otto.

Com. stampa con punti-chiave; sunto con la tabella dei 40 parametri bella grande e post degli autori.

Per il vertice di Sharm el-Sheik, oggi l’Organizzazione mondiale della meteorologia ha aggiornato l’andamento della concentrazione in atmosfera di CO2, metano e ossido d’azoto, i principali gas serra, sotto il titolo “Altre cattive notizie per il pianeta“.

Accid… il metano soprattutto. Eppure le soluzioni esistono e sono pure “convenienti”, dice Petteri Taalas, il segretario generale del WMO:

  • “Dobbiamo trasformare i nostri sistemi industriali, energetici e di trasporto e l’intero stile di vita. I cambiamenti necessari sono economicamente accessibili e tecnicamente possibili. Il tempo sta finendo”.

Già, ma ne resta ancora un po’.

Ogni tanto cito gli scenari ed esperimenti per la crescita del benessere invece di quella del PIL, pubblicati da Julia Steinberger e da un gruppo di giovani ecolo-economisti nonché militanti per la giustizia climatica, e troppo recenti per essere valutate in un rapporto Ipcc. Guarda caso, ieri insieme a Giorgos Kallis e Jason Hickel, Julia ha ricevuto 10 milioni di euro per il progetto europeo REAL.

Con sommo dispiacere dei politici svizzeri che volevano farla licenziare dall’università di Losanna, dopo il suo arresto due settimane fa – immagino.

Aggiorn. 27/10 – Altre letture prima della COP27

(Cont. forse)

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