Nei media, vedo che c’è dibattito su importare o meno il “modello francese”. Mi sembra prematuro perché il modello non c’è. Alcuni annunci del presidente Macron sono già stati smentiti ieri dai suoi ministri. I quali rischiano di essere smentiti a loro volta perché va ancora scritta e approvata la legge su dove, come e da quando servirà

il certificato di vaccinazione o di negatività al tampone o di immunità da covid-19 recente o di esenzione dal vaccino per via di patologie/terapie varie, detto per brevità Green Pass in Italia.
(Certi militanti no-vax francesi imitano quelli americani e lo sostituiscono con la stella gialla perché vaccinazione = genocidio…)
Come spesso in tema di vaccini, c’è un po’ di confusione sul significato di “doveri”, “diritti” e “libertà”. Bigino.
In Francia, la vaccinazione anti-covid è un “dovere” del personale sanitario e di chi accudisce persone anziani o fragili e un “diritto” dei cittadini dai 12 anni in su.
Tutti hanno al contempo la “libertà” di non farsi vaccinare o tamponare e il “diritto” alla salute. Per dire, se un* no-vax si ammala di covid, ha il “dovere” di rispettare la legge – in Italia l’art. 438 del codice penale – che vieta di infettare gli altri.
Forse andrebbe ricordato ai fautori dell’immunità naturale di gregge – che in natura non esiste.
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Altra conferma
In aprile, un paper di Nature Climate Change quantificava la perdita di biomassa nell’Amazzonia tra il 2010 e il 2019, in base a dati satellitari, e stimava che in dieci anni aveva perso circa un 18% di carbonio – una perdita concentrata nel periodo del Niño 2015-2016 per via del “degrado” e degli incendi, più che della deforestazione.
Oggi Luciana Gatti et al. su Nature (lettura gratis per ora) scrivono che tra il 2010 e il 2018, in media gli incendi hanno rilasciato 1,5 gigatonnellate/anno di carbonio in atmosfera, di cui soltanto 0,5 gigatonn/anno sono state assorbite dalla fotosintesi, con emissioni nette di 1 gigatonn/anni. La fig. 5 riassume i dati raccolti durante 590 voli sopra la foresta.
All’impatto del riscaldamento globale, dicono, si aggiunge quello della deforestazione che aumenta la temperatura, riduce l’evapo-traspirazione e quindi le precipitazioni.
Dal commento di Scott Denning
- Nei siti dell’Amazzonia orientale, negli ultimi quarant’anni durante la stagione secca, la temperatura è aumentata di 0,6 °C a decennio.
Rif. anche articolo sul Guardian.
Coyaud, merdosa, noi italiani non abbiamo niente da imparare dalle delinquenti francesi come te. Stipendiata dalla mafia scientifica, tu attacchi i grandi scienziati italiani come il pluricandidato al Nobel, Professor Ruggero Maria Santilli. Alle porcare sgualdrinelle scientifiche francesi come te dovrebbe essere vietato stare sul nobile suolo italiano. Tornatene nelle fogne parigine da cui provieni, latrina umana.
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… al massimo puoi candidarti al Ruttosound
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