Sull’Atlantic è uscita un’intervista di Ed Yong a Rhea Boyd, una pediatra e “advocate” per la sanità pubblica nella Bay Area di San Francisco. Per una settimana, nella Georgia rurale, lei aveva parlato con cinquemila persone:
- La maggior parte di loro non era vaccinata perché aveva ancora domande. OGNI domanda che hanno fatto era legittima e importante. […] I ‘non vaccinati’ non sono un monolite di disertori.
Il suo pubblico era selezionato o è stata molto fortunata?
Nel sondaggio fatto da Morning Consult in 15 paesi – Italia compresa – tra il 13 e il 19 luglio, in USA gli incerti sono l’11% e i sicuri di non volersi vaccinare il 19%, una percentuale superata solo in Russia (28%).
Il primo motivo degli incerti è la preoccupazione per gli effetti collaterali, il secondo lo sviluppo “troppo veloce” dei vaccini. Seguono i dubbi sull’efficacia dei vaccini e la diffidenza verso BigPharma. Solo in Cina, il 21% è incerto perché pensa di rischiare poco di ammalarsi e il 17% ha “altri motivi”.
I “contrari ai vaccini in generale” vanno dal 3 al 6%. Solo in Francia arrivano al 7%. E solo in Brasile, Messico, Spagna e Cina, le donne sono meno incerte o contrarie degli uomini.
“Altri motivi”
Ieri a tarda sera Umberto Guidi, stagista a radiopop, ha intervistato due studenti universitari incontrati vicino all’Arco della Pace. Uno si è fatto vaccinare, ma ha perplessità sul green pass. L’altro non ha né perplessità né domande. E’ contrario al green pass e non si farà vaccinare perché ha una certezza: non esistono vaccini contro i virus.
Oh really?
In tema
Dati più aggiornati per l’Italia su Pagella politica, e conclusione di Lorenzo Ruffino:
- Dai dati che abbiamo a disposizione non si vedono particolari segnali di esitazione vaccinale e non sembra che il green pass possa convincere completamente coloro che non hanno ancora aderito alla vaccinazione.
Su Panorama della sanità, Giovanni Monchiero denuncia i “cattivi maestri”.
A gentile richiesta
I quotidiani riprendono l’articolo del New York Times e/o il lancio ANSA proposito di oltre 100 o 150 bambini (“children”, i.e. 0-18 anni) morti di covid ogni settimana in Indonesia – dove prevale la variante Delta e il 16% soltanto della popolazione ha ricevuto almeno una dose del vaccino.
L’allarme di Save the Children risale a fine giugno, rif. anche The Guardian. I dati del New York Times mi sembrano ancora quelli. Reliefweb ha informazioni più aggiornate:
- However, the death rate recorded by COVID-19 National Task Force shows that infants aged 0-2 years old are shown as the highest among the children group by 0.81 per cent), followed by those aged 16-18 years old (0,22 per cent) and 3-6 years old (0,19 per cent). Before this, the Indonesian Paediatrics Society mentioned that the children mortality rate caused by the COVID-19 pandemic in Indonesia has reached 3-5 per cent, which was claimed to be the highest in the world according to WHO.
Non molto migliori, ma i <18enni potrebbero essere meno di 1/8