In maggio sul Journal of Virology, Michael Palmer et al. raccontavano di aver inoculato il Sars-Cov-2 nel naso di quattro cerbiatti. Veniva loro un po’ di febbre, espellevano virus dalle mucose e nelle feci per una settimana e contagiavano altri cerbiatti.

Palmer et al. hanno dovuto uccidere le quattro cavie per fare le autopsie e verificare in quali tessuti c’era Rna virale. Invece nel preprint recensito ieri da Smriti Mallapaty su Nature, i ricercatori del National Wildlife Disease Program del Dip. dell’agricoltura, coordinati da Susan Shriner, hanno usato un metodo meno cruento.
Tra altre specie, il programma monitora cervi e cerbiatti per una serie di malattie infettive condivise dal bestiame. Raccoglie campioni di sangue che in parte analizza e in parte conserva in “biobanche”. Così Shriner et al. hanno potuto confrontare gli anticorpi nei prelievi fatti in quattro stati – Michigan, Pennsylvania, Illinois e New York – prima e dopo l’inizio della pandemia.
Nei campioni prelevati nel 2020 e nel 2021, il 40% dei donatori avevano anticorpi contro il Sars-Cov-2. Sembravano tutti in buona salute.
- Il vero mistero, dice [Arinjay Banerjee, un virologo dell’università del Saskatchewan, Canada], è come sono stati esposti. Forse per contatto con delle persone o con altri animali o anche attraverso acque reflue contaminate. “Se c’è una fonte comune di esposizione per i cervi, c’è probabilmente per altri animali.”
Linda Saif, un’altra virologa, trova che oltre a come il virus si diffonde tra i cervi, bisogna capire se lo trasmettono ad altri animali selvatici o d’allevamento.
The Art of the Nudge
Un secondo sms per ricordare che il vaccino anti-covid è disponibile, spedito a 90 mila abitanti della California, ha aumentato le prenotazioni del 6% e le vaccinazioni del 3,6% – in media – rispetto all’invio di un solo sms.
Se il promemoria diceva “un vaccino è a sua disposizione” lasciando intendere che appartenesse al destinatario, le percentuali erano maggiori.
Paper in open access e commento di Max Kozlov.
Ivermectina, cont.
Sara Reardon fa una rassegna dei principali scandali “che affliggono gli studi” nei quali l’ivermectina sembrava efficace contro il covid. In America Latina, il farmaco è talmente diffuso come profilassi che è difficile trovare volontari per un trial in doppio cieco con un gruppo placebo, dicono alcuni ricercatori.
- Adding to the difficulty are conspiracy theories holding that ivermectin has been proven to work and that drug companies are depriving the public of a cheap cure. [Carlos Chaccour, Barcelona Institute for Global Health] says he has been called ‘genocidal’ for doing research on the drug rather than just endorsing it.
Sembra un’accusa molto frequente.
Da quello che dicono Health Nerd e colleghi, per il momento si salva una delle pubblicazioni raccolte dai pro-ivermectina in un apposito sito. Non è il massimo, ma almeno i dati non sono falsificati. Risulta che non c’è differenza tra l’efficacia del vermifugo e del placebo.
Health Nerd, a.k.a. Gideon Meyerowitz-Katz, è anche il primo autore di
Is the cure really worse than the disease? The health impacts of lockdowns during COVID-19
Spoiler alert:
- It appears clear from evidence to date that government interventions, even more restrictive ones such as stay-at-home orders, are beneficial in some circumstances and unlikely to be causing harms more extreme than the pandemic itself.
Devo pensarci su
L’equivalente australiano dell’Aifa ha approvato la vaccinazione dei 12-15enni con priorità per quelli a rischio. The Conversation ha chiesto a 5 esperti se erano d’accordo.
Ogni tanto qualcunə lo chiede anche a me, non so cosa dire. Non ho visto risultati dei trial sui ragazzini, solo una maggior frequenza di ricoveri e decessi di <15enni rispetto ai ceppi precedenti alla variante Delta nei paesi dove gli adulti vaccinati sono pochi.
Per ora la variante Lambda resiste solo al Coronavac cinese.
Ottima storia dei vaccini Pfizer, Moderna, Astra-Zeneca e Janssen, e confronto dei risultati dei trial con quelli “nel mondo reale” anche in malati, bambini e donne incinte.
Gent.ma Sig.ra Coynaud,
il mito dell’ivermectina continua ad essere più vivo che mai……….
Le segnalo questo:
https://www.jpost.com/health-science/israeli-scientist-says-covid-19-could-be-treated-for-under-1day-675612
e l’immancabile pre-print sull’altrettanto immancabile medrxiv:
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.05.31.21258081v1
Interessanti alcuni commenti, non proprio favorevoli al manoscritto, leggibili nella pagina del link.
Mah……
Cordialità.
ALB56
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Grazie, M.M., “Mah…” indeed. Che disastro.
p.s. be’, nell’articolo del J. Post c’è una buona notizia: è tuttora un preprint perché è stato rifiutato dalle riviste.
Problemi con la statistica a parte, uno studio così non è etico. Si confronta il farmaco con lo standard of care, non con un placebo.
Per pazienti a casa o in albergo con età media 35 anni, lo standard è un antipiretico-analgesico per alleviare in sintomi. Tanto più che gli autori li hanno reclutati “with intention to treat”.
Mi chiedo come intendevano trattare il 16,8% di asintomatici.
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E per restare più o meno in tema, che dire della ultima scoperta del “mitico” prof. D. Raoult? Il Vicks Vaporub potrebbe avere una sua utilità in funzione anti SARS-CoV2…..
https://www.lefigaro.fr/conso/apres-les-declarations-de-didier-raoult-vicks-deconseille-l-application-de-sa-pommade-vaporub-sous-le-nez-20210805
Saluti.
ALB56
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Eh sì, per fortuna è subito arrivata la smentita https://twitter.com/VapoRub/status/1422635111816761347
adesso si aspetta il comunicato dei produttori di vasellina…
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