O la pace o [dipende dalla stagione]

In febbraio, o finanziavamo una guerra o spegnevamo la caldaia. E ora? Ieri in conferenza stampa (domanda a 29’35”) il presidente del consiglio rassicura i giornalisti: ci sono riserve fino all’autunno. Dopo si vedrà, per il momento non ha previsto alcun razionamento. Detto questo, aggiorna l’alternativa:

  • Cosa preferiamo? La pace oppure stare tranquilli con il termosifone o meglio il condizionatore acceso tutta l’estate? E lei cosa si risponde su questo? Preferisce la pace o il condizionatore d’aria acceso?

Stefano Caserini non mi pare un fan di Draghi, ma non si aspettava

  • Due classici della retorica inattivista: esagerare e scaricare sui comportamenti individuali. […] Molto più facile colpevolizzare le persone che avviare una seria strategia per contenere i consumi energetici. Perché il condizionamento dell’aria per alcune persone in alcuni periodi torridi è indispensabile (vedi #riscaldamentoglobale), ma molti sprechi possono essere evitati.

Nel mio piccolo, risparmio volentieri sul sangue altrui, e sui combustibili fossili per lasciarne di più alle attività produttive durante la transizione alle rinnovabili. Eppure ci sono rimasta male anch’io. Perfino un economista, pensavo, sa che i condizionatori vanno a elettricità e che qui d’estate l’energia solare abbonda.

E magari che il suo governo ha prorogato a fine 2024 il bonus fiscale per certi congegni termodinamici, misteriosi ma efficaci, detti “pompe di calore”.

Coincidenza? L’editoriale di Nature spiega come

  • L’UE può simultaneamente porre termine alla dipendenza dalla Russia e raggiungere i propri scopi climatici.

I ricercatori contattati dalla rivista dicono che per superare l’inverno con delle rinunce, ma senza black-out, occorrerà da subito

  • una intensa cooperazione internazionale per incrementare le importazioni di gas naturale da altri paesi; lanciare un “burst” di progetti di energia pulita; introdurre una serie di misure per la conservazione e l’efficienza dell’energia, forse incluso un suo razionamento.

Come ricorda anche il vol.3 del VI rapporto Ipcc,

  • Scienziati e ambientalisti lo hanno ripetuto per decenni, avvertendo i governi che i combustibili fossili destabilizzano non solo il clima, ma anche la geopolitica, perché creano dipendenze da regimi problematici.

Lo hanno ripetuto anche la Difesa americana, la CIA & Co., le agenzie dell’Onu (omissis) e le Ong umanitarie. Per dirla con queste ultime, la sicurezza tout court è la somma di rispetto dei diritti umani e sicurezza energetica dalla quale dipendono la sicurezza alimentare, climatica e ambientale.

E finora nessun regime, problematico o meno, possiede il Sole, il vento, il calore del sottosuolo o le onde del mare.

Nelle news,

  • Saima May Sidik scrive di tre ricerche in Brasile, Svezia e Regno Unito, dalle quali risulta che vaccinarsi dopo aver avuto il covid proteggeva per 6-8 mesi da una reinfezione, prima della variante Omicron;
  • Dyani Lewis se la prende con l’Oms che per mesi ha sostenuto che il Sars-Cov-2 non era trasportato dall’aria come gli aerosol, ma per contatto con le goccioline, e ha cambiato via via le sue raccomandazioni per due anni prima di usare la parola “airborne”.

Nella World View, Serena Parek chiede dignità per i rifugiati dappertutto, ovviamente. Mi ha colpito che nella colonna di destra, il primo dei “related articles” è intitolato “Migrants and refugees are good for economies“. Lo diceva anche un certo Mario Draghi, anni fa…

*

Una nuova nettascienza

Per sostenere l’economia di guerra e la repressione del dissenso in Russia, è possibile comprarsi una firma su un articolo all’apparenza scientifico inviando da 175 a 4800 dollari a International Publisher LLC, un covo di truffatori noto dal 2019.

Con un po’ di fortuna, gli articoli pubblicizzati dal sito uscivano su riviste di Elsevier, Springer Nature e altri editori “prestigiosi”, documenta anche la sociologa Anna Abalkina in un preprint. Per correre ai ripari, il sito ha poi archiviato quasi 100 mila articoli di cui non ha mai venduto le firme.

Recensione di Dalmeet Singh Chawla su Science con commenti ammirati di Elisabeth Bik.

  • Science contacted International Publisher—which says it is headquartered in Moscow and has offices in Ukraine, Kazakhstan, and Iran—for comment multiple times by email, phone, and WhatsApp but received no response. Its chief editor, according to her LinkedIn page, is Ukraine-based philologist Ksenia Badziun, who says she graduated from Taras Shevchenko National University of Kyiv. The company has continued to operate during Russia’s invasion of Ukraine.

Secondo Smut Clyde, la produzione più creativa resta quella dei paperifici cinesi…

Leonid Schneider passa in rassegna la “collezione di oscenità” prodotta dai fratelli Bhosale e altri chimici indiani, nessuna delle quali ritrattate malgrado il rapporto di un’università australiana, ma “corrette” a posteriori con toppe peggiori del buco e l’assenso degli editori…

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