Meteo, clima e ritorno

Per noi dummies, Steph riesce a fare un modello meteo-climatico regionale con previsioni a tre mesi in soli 26 tweet, bibliografia inclusa. Quel giovane dovrebbe fare il consulente del governo elvetico.

L‘Invincibile Armata prima di essere distrutta dalle tempeste.
Dipinto attribuito a Nicholas Hilliard.

Prima che nascesse, negli anni Cinquanta i modelli meteo hanno generato i modelli climatici che oggi dovrebbero generare modelli meteo-climatici su piccola scala e tempi brevi. Come richiesto dai governi – e dalle multinazionali – che li finanziano. Vogliono mappe dettagliate stagione per stagione, come quelle globali del CMCC (cliccare sulle immagini per scegliere i parametri e visualizzarli). Mica simulazioni a 30 anni o a fine secolo.

Quel giovane dovrebbe presentare il bollettino meteo…

Carriere a parte, Steph mi ha fatto venir in mente l’editoriale e il tema di Nature Climate Change uscito la settimana scorsa. Siamo già alla scala di 1 km, scrivono Dame Julia Slingo del Met Office britannico e altre celebrità, purtroppo non tutti i paesi hanno raccolto e condiviso serie pluridecennali di dati su copertura nuvolosa, “sistemi convettivi”, precipitazioni…

Anche se le serie ci fossero, i dati sarebbero talmente abbondanti da richiedere una potenza di calcolo bestiale. E un’intelligenza artificiale che non prenda lucciole per lanterne, ma senza serie temporali su che cosa dovrebbe imparare la differenza, poverina?

Per ora, i modelli non ce la fanno a simulare eventi meteo come tempeste, alluvioni o siccità. Gli autori parlano dei Tropici, ma penso che valga anche per l’Italia o il Sudafrica. Per la Gran Bretagna magari no, hanno serie temporali lunghe. Diari di reverendi di campagna, quelli di bordo della flotta mercantile o corsara al servizio di sua Maestà, registri dei Lloyds con le merci assicurate durante il trasporto…

Sarà la cultura locale? Le conversazioni sul tempo che fa nei romanzi da Jane Austen in poi? Elisabetta I e successori che pretendono bollettini aggiornati dai tempi dell’Invicibile Armata?

Bref, finora i modelli del Met Office non sono andati così male.

Gli oceani sono messi peggio, scrivono Helen Hewitt dell’Order of the British Empire, del Met Office e altre celebrità. Non c’è accordo neppure su quale sarebbe la scala “piccola” per l’Amoc o per la corrente del Golfo.

E’ tutt’un brontolio sulle carenze dei modelli locali e quindi globali, come se fosse facile registrare le variazioni all’interfaccia delle correnti oceaniche e delle calotte glaciali prima che s’inventassero robot, sensori e boe Argo!

Ci sono anche proposte su come tappare i buchi, mettendo in comune tutte le risorse per davvero. Com. stampa del Met Office.

Contabilità “creativa”

Per variare un po’ il lamento, Anders Bjørn et al. spiegano in open access i risultati della propria ricerca – in open access – che li hanno fatti arrabbiare:

  • Mostriamo qui come [l’acquisto] diffuso dei certificati di energia rinnovabile da parte delle aziende con obiettivi basati sulla scienza abbia portato a una stima inflazionata degli sforzi di mitigazione.

L’idea era che il commercio dei certificati avrebbe portato a più investimenti in energia rinnovabile e ridotto le emissioni dell’elettricità prodotta. Invece nelle 115 aziende che hanno pubblicato i propri dati (su 813!) tra il 2015 e il 2019, l’89% ha dichiarato una riduzione (media) del 31% mentre quella reale era attorno al 10%.

Due terzi degli acquisti erano greenwashing.

Mi ha fatto venir in mente l’articolo dei ricercatori della Microsoft, uscito su Nature l’anno scorso, sulle offerte di cattura del carbonio che avevano ricevuto: meno costavano e meno erano credibili.

*

Caduta metafora

In USA tra gennaio 2014 e dicembre 2018, stando a un paper uscito sul Wildlife Society Bulletin, almeno 44 incendi sono stati innescati da uccelli fulminati mentre stavano sui pali della luce, quasi tutti in California.

  • Cadendo al suolo come cocktail Molotov alati, gli uccelli possono scatenare un inferno,

scrive Richard Kemeny su Science. Ma dico…

5 pensieri riguardo “Meteo, clima e ritorno

    1. Già, a dispetto di “non sa chi sono io”
      in media in molte località, circa il 37% di tutta la mortalità legata al calore può già essere attribuita al cambiamento indotto dall’uomo.

      "Mi piace"

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