Con una Dichiarazione metà parodia e metà plagio, ieri alla Cop26 i governanti di 105 paesi – la UE conta per uno – si sono “impegnati” a
- lavorare collettivamente per fermare e ribaltare la deforestazione e il degrado dei suoli entro il 2030 e al contempo a conseguire uno sviluppo sostenibile e a promuovere una trasformazione rurale inclusiva.

Firmato Brasile, campione mondiale di deforestazione; “inclusiva” firmato Israele i cui soldati distruggono gli uliveti dei contadini palestinesi nei territori occupati.
Questo “impegno” copia-incolla il sunto di un progetto di Action Aid-Brasile, mi sa
- sostegno per i piccoli contadini, i popoli indigeni e le comunità locali che dipendono dalle foreste per la propria sussistenza e hanno un ruolo chiave nella loro tutela. (nota 1)
Firmato Brasile, R.D. del Congo, India, Cina, Papua Nuova Guinea, Madagascar, Zimbabwe, disboscatori seriali, oppressori di popoli indigeni, dall’Arabia Saudita e altri campioni di land-grabbing.

Dai governi del G20, i quali
- condividono l’ambizioso obiettivo di piantare collettivamente mille miliardi di alberi, concentrandosi sugli ecosistemi più degradati del pianeta, sollecitando altri paesi a unire le forze con il G20 per raggiungere questo obiettivo globale entro il 2030 con il coinvolgimento del settore privato e della società civile.
Altro che miracolo dei pani e dei pesci!
Stando al rapporto dell’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystems uscito due anni fa, gli ecosistemi più degradati sono fiumi, laghi, mari, estuari e zone sovrappopolate, mais glissons.
Potenza del pensiero magico, gli alberi cresceranno e si moltiplicheranno dove oggi si spendono miliardi per recuperare lentamente e a fatica terreni agricoli.
In sei-sette anni creeranno foreste a prova di siccità, uragani, alluvioni e patogeni. Capolavori di biodiversità come i pioppi allineati in Val Padana. Ricolme di specie vegetali, fungine e animali, sane e nutrienti.
E redditizie e o il settore privato che si coinvolge a fare?
A miliardi sostituiranno gli alberi abbattuti per far posto a pascoli, monoculture di soia e mais, piantagioni di palma da olio, caucciù o cacao (2). Quelli che sono andati, vanno e andranno in fumo negli incendi ricorrenti in Australia, America Latina, Russia, Stati Uniti, Canada, Indonesia…
Più eucaliptigm per tutti.
Siccome la Dichiarazione è firmata da paesi dell’Africa subsahariana, sostituiranno pure quelli piantati, ripiantati e morti di siccità, patogeni, incompetenza, nonostante i miliardi dei programmi UN Redd, Redd e Redd+, e Lulucf che non sono stati rubati da governanti corrotti.
Incompetenza condivisa dall’Italia, tra l’altro.
Le foreste trentine erano invase dal bostrico dell’abete rosso, e del larice e di alcuni pini, Ips typographus. Così per sostituire gli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia, mi diceva Claudio D. V, si continuano a ripiantare abeti rossi.
Note
- Continuano ad aumentare le Ong e associazioni di piccoli contadini, comunità locali e popoli indigeni, contrarie alle “soluzioni” alla crisi climatica “basate sulla natura” dove e di cui vivono.
- Mi ripeto…
Rif. anche da Climalteranti:
- Piantare alberi può salvare il clima?
- Le foreste ci salveranno?
- Una “Stele di Rosetta” per valutare i progressi sull’assorbimento di CO2 dalle foreste
***
The company they keep…
Martin Kulldorf, Harvard, e Jay Bhattacharya, Stanford, sono gli autori più prestigiosi della Great Barrington Declaration. Prima della pandemia godevano di una certa reputazione, ora scrivono propaganda anti-vax e pro “immunità naturale” su Newsweek, un settimanale comprato nel 2018 da The Community, una setta creazionista e anti-vax.
Sono “senior scholars” dell’anti-vax e iperliberista Brownstone Institute insieme a George Gilder, dell’American Institute for Economic Research – che ha lanciato e promuove la Great Barrington Declaration – nonché co-fondatore del Discovery Institute per la promozione della fede dell’Intelligent Design.