In tempo per la Cop26, Matthew Osman, Jessica Tierney et al. pubblicano su Nature una ricostruzione delle temperature lunga 24 mila anni, dal massimo glaciale dell’Olocene al massimo termico attuale.
(Paper a pagamento, ma hanno messo una bozza su Earth ArXiv e i tutti dati sono sul sito della NOAA. Si possono scaricare per regioni e calcolare la curva per la Lombardia, mettiamo.)
Usano una serie di modelli nei quali hanno incorporato dati vicari (proxies) soprattutto per la temperatura alla superficie degli oceani, e due scenari per arrivare al 2100. Le serie sono molte di più (500 vs 80) rispetto a quelle di Shaun Marcott, Jeremy Shakun – entusiasti del risultato -, et al. nei loro paper usciti su Nature nel 2012 (da 22 mila a 8 mila anni fa, grafico a) e su Science nel 2013:

Ci sono differenze. Innanzitutto la definizione è molto maggiore: in media 2 secoli rispetto a 10 e più in Marcott et al. e Shakun et al. La temperature alla fine della glaciazione è di -7 °C, e finita la deglaciazione, tra 9000 e 200 anni fa, aumenta in modo quasi impercettibile di +0,5 °C.
Gli autori risolvono il “busillis delle temperature del tardo Olocene”: la divergenza tra il raffreddamento mostrato dalle proxies stagionali e il riscaldamento dei modelli paleoclimatici.
Non sarà l’ultima parola, ma anche con i margini d’incertezza – si vedono meglio nel grafico sotto – è ancora più chiaro che il riscaldamento in corso dall’Ottocento è “senza precedenti”:

Le curve congiunte di Shakun e Marcott avevano sostituito la mazza da hockey di Michael Mann con una “sedia a rotelle”

Osman et al. la sostituiscono un incrocio tra una chaise longue in stile Empire e quella di Le Corbusier. Com. stampa dell’univ. dell’Arizona.
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