La legge di Murphy

Ogni tanto segnalo un articolo un po’ preoccupante – per me, altri sono entusiasti – sullo sviluppo di vaccini che si “auto-disseminano” da pochi animali selvatici inoculati a tutti gli altri.

In fondo, alle volpi si somministrano crocchette che le immunizzano contro la rabbia da decenni. Sembra una buona idea rendere la prevenzione più rapida (ed economica) liberando nell’habitat di una specie “serbatoio” un virus innocuo, geneticamente modificato per essere più contagioso.

O no?

Progettato per attecchire solo in quella specie, fermerebbe la riproduzione del virus patogeno e quindi la sua trasmissione agli umani e agli animali domestici.

Cosa potrebbe mai andar storto?

Tutto e di più, vien da dire pensando alla legge di Murphy. E in concreto al virus della febbre emorragica che nel 1995 doveva sterminare i conigli durante un esperimento “ad alta sicurezza” su un isolotto a largo dell’Australia.

European rabbit | Priority pest animals | Pest animals | Biosecurity |  Agriculture Victoria
La “piaga dei conigli”, fonte: Dept. of Agriculture, Victoria

Invece si è auto-disseminato nei conigli della terraferma e poi è stato disseminato illegalmente in Nuova Zelanda da alcuni agricoltori.

Nel settembre 2020 sul Bulletin of the Atomic Scientists – con esempi diversi, tutti raggelanti – e venerdì scorso su Science con un “policy forum” – più rivolto a una comunità scientifica disattenta – Filippa Lentzos, Guy Reeves et al. elencano parecchi motivi di preoccupazione, soprattutto per le “norme” etiche e scientifiche “erose” proprio quando i trattati internazionali vengono ignorati o aggirati.

(Se non è in open access, rif. com. stampa del King’s College.)

Dai primi anni Novanta, l’Oms e l’Oie ripetono che questi virus/vaccini sono troppo rischiosi – inascoltate come al solito. Dopo “l’incidente” dei conigli australiani le ricerche sono rallentate per vent’anni, scrivono gli autori, ma

  • dal 2016, l’interesse nei vaccini auto-disseminanti si è riacceso,

insieme ai finanziamenti per “un’ampia gamma di applicazioni” (anche come insetticidi per l’agricoltura), di sicuro da parte

  • della Commissione Europea con il suo programma Horizon 2020 (nota), e in USA degli Istituti nazionali di sanità e dei Progetti di ricerca avanzata della Difesa [Darpa].

Senza alcun dibattito pubblico e in barba

  • alla norma basata sull’evidenza, stabilita collettivamente e rafforzata dal lavoro di generazioni di virologi, secondo cui le modifiche in laboratorio di virus auto-disseminanti sono troppo instabili geneticamente per essere usate in modo sicuro e prevedibile fuori da strutture chiuse e isolate [contained facilities].

Nel 2020 Filippa Lentzos e Guy Reeves speravano che la società globale si svegliasse:

  • Conversazioni tempestive, pubbliche e in buona fede sugli scopi e i progressi scientifici a rischio di uso duale, come i vaccini auto-disseminanti, sono essenziali per esplorare la portata di certe traiettorie tecniche. […] La Darpa dice che qualunque esperimento sul campo rispetterebbe i protocolli di biosicurezza. Ma impegni simili non bastano. Dobbiamo ambire a una decisione collettiva sui percorsi tecnici che, come società, siamo disposti a seguire o no.

Visto il sospetto – non molto fondato, trovo – che un coronavirus modificato in un lab di Wuhan sia all’origine della pandemia, forse quest’anno la società si sveglierà?

Nota: Il programma Horizon 2020 finanzia parecchia roba priva di evidenza scientifica, per es. i progetti di fusione fredda HERMES e CleanHME cui è capocordata per l’Italia Francesco Celani che non pubblica i risultati delle proprie ricerche da >30 anni.

Progetti ambiziosi eppure ignorati nel dibattito sull’energia nucleare…

O’s digest 1/2022, cont.

Gabriel Popkin recensisce il paper di Nature Food in cui Peter Potapov et al. stimano per la superficie coltivata un aumento netto del 9%, estrapolandola da immagini satellitarie – con ampli margini d’incertezza e variazioni regionali.

“Accelerato” tra il 2000 e il 2019, rispetto al 2-2,5% nei decenni precedenti, l’aumento è dovuto per metà alla sostituzione di foreste ed ecosistemi naturali soprattutto in Africa subsahariana e in America Latina (soia per l’alimentazione animale).

E’ poco sostenibile dal punto di vista del clima, della biodiversità e delle risorse ambientali. Ma dal 2003 la popolazione è aumentata del 21%, quindi la superficie coltivata pro capite continua a diminuire. Paper in open access, raccomandato alle Ong.

A proposito di biodiversità…

An El Niño Fish Tale | Center for Science Education
Acciughe peruviane, foto: stickyii/Flickr (?)

I paleobiologi Riccardo Salvatteci et al. hanno fatto un lavoro straordinario. Dai sedimenti marini sotto la parte nord della corrente di Humboldt, lungo la costa del Perù, hanno ricostruito

  • la comunità ittica e le condizioni oceanografiche durante l’ultimo periodo caldo (interglaciale, tra 130 e 116 mila anni fa).

Le specie erano più piccole delle acciughe che oggi risalgono in branchi fitti e chilometrici, soprattutto quando c’è la Niña come in questi mesi. Prevalevano i ghiozzi e altri

  • pesciolini difficili da raccogliere e meno gustosi [palatable] delle acciughe, ad indicare che il nostro mondo in rapido riscaldamento mette in pericolo la fornitura globale di pesce.

I pesci appetitosi non si erano adattati crescendo poco per sopravvivere in acque calde e povere di ossigeno. Erano stati sostituiti da specie meno esigenti. Si vede bene nel disegno che illustra il commento di Yasuhara e Deutsch. A loro avviso, le specie locali che migrano verso i poli aumentano solo per poco la diversità locale, fatta di specie che non hanno altro posto dove andare:

  • L’effetto domino di questi spostamenti fanno prevedere che il riscaldamento riduce la diversità tropicale mentre causa l’estinzione delle specie polari endemiche.

I pesci dell’Artico non se la passano bene. In agosto, lo scioglimento del permafrost aveva contribuito al crollo di un deposito di gasolio della Norilsk Nickel, in Siberia, e all’inquinamento di un fiume e di un tratto di mare Artico.

“Il disastro,” scrive Olga Dobrovidova,

  • ha spinto il governo a creare il primo monitoraggio nazionale del permafrost che copre i due terzi del paese. In ottobre il presidente Putin ha approvato un sistema di 140 sonde [aggiunte nelle stazioni meteo], dal costo di $21 milioni, che potrebbe iniziare a produrre dati dal 2023.

Alcuni ricercatori russi osano criticare lo zar. Avevano progettato una rete da $160 milioni, in grado di misurare “altri parametri”, oltre alla temperatura del suolo, affidata a “un ente inter-agenzie indipendente”. Che migliorasse i modelli climatici e proteggesse le infrastrutture:

  • [Marat] Sadurtdinov trova che il sistema non raccoglierà abbastanza informazioni per avvisare i proprietari di strade, pipeline ed edifici vulnerabili e che le stazioni meteo potrebbero non essere nei posti ideali per le misure del permafrost. “Ne abbiamo parlato dappertutto, il ministero lo sa e ci ascolta,” dice Sadurtdinov.

E Putin?

Stando a statistiche ufficiali le morti da covid negli ospedali in India, fino al settembre 2021, sono state ca. 3,2 milioni (CI 95% 3,1-3,4), da 6 a 7 volte quelle riferite dal governo, stimano Prahbat Jah et al.

4 pensieri riguardo “La legge di Murphy

  1. Dicono Lentzos et al, come ripreso:

    “Conversazioni tempestive, pubbliche e in buona fede sugli scopi e i progressi scientifici a rischio di uso duale, come i vaccini auto-disseminanti, sono essenziali per esplorare la portata di certe traiettorie tecniche”

    Sarà il mio cinismo post-festivo acuito dalla pandemia che mi fa scrivere, ma queste “conversazioni pubbliche” servono? O è solo una tattica per “prendere tempo”? E se la conversazione pubblica porta a una decisione che non è quella che sperano Lentzios et al. allora quella è la strada da seguire? Oppure sperano che parlandone al pubblico serva a “spaventarlo” per bloccare queste ricerche (leggi, che un politico scafato cavalchi l’opposizione per lucrare prestigio politico agli occhi dei cittadini, bloccando queste ricerche, come Bush jr con le staminali)?
    Io sono molto dubbioso che questi dibattiti scientifici abbiano senso per il grande pubblico. Il 99,9% di noi (ci sono anch’io lì in mezzo, ovviamente) non ne sa nulla e molti non potrebbero capirci nulla.
    Anche perché, alla fine, cosa vuol dire “conversazione pubblica”, in concreto?

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    1. Dipende dalle tecnologie, penso, ma i danni combinati in Australia sono stati discussi pubblicamente nei media da scienziati, Ong e politici, e la Comm. Europea ha vietato un esperimento simile in Spagna.

      In molti paesi l’opinione pubblica conta, tant’è che molte “tecniche” sono illegali.

      Lentzos et al. non sono contrari a priori ai vaccini auto-disseminanti, spiegano perché nessuno sa se sono sicuri ed efficaci e quali ricerche andrebbero fatte per saperlo, invece di dire “è tutto sotto controllo” – come se fosse possibile. Un po’ com’è successo con i batteri geneticamente modificati, tipo l’E. coli che produce insulina pura per i diabetici,-

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