La crisi climatica aggrava tutte le altre, refrain. Una settimana fa sui PNAS, Tim Lenton, Hans Schellnhuber et al. chiedevano ricerche su quattro categorie di rischi potenzialmente “catastrofici”. La seconda era “Quali sono i meccanismi che potrebbero risultare in mortalità e morbidità umana di massa”.
Oggi su Nature Climate Change, in open access per una volta, Camilo Mora et al. forniscono una prima risposta con una meta-analisi di oltre 70 mila pubblicazioni, intitolata “Oltre metà delle malattie patogeniche umane possono essere aggravate dal cambiamento climatico“.
Riassunto in
Fig. 3: Pathogenic diseases aggravated by climatic hazards
E’ un paper molto minuzioso: glossario, approfondimenti nei materiali supplementari, dati disaggregati consultabili su Github, “Risultati e discussione” con una buona spiegazione dei limiti e dei caveat.
Su 375 malattie “patogeniche” – da “agenti biologici” in generale, non solo da microbi – che hanno avuto un impatto “documentato” sull’umanità, scrivono, 218 (58%) sono aggravate da dieci pericoli (“hazards”) climatici. Sono questi a mettere le popolazioni in contatto con gli agenti patogeni, dalle zanzare ai pollini:
- Riscaldamento (160 malattie uniche), precipitazioni (122), inondazioni (121), siccità (81), tempeste (71), cambiamento nell’uso del suolo (61), cambiamento climatico oceanico (43), incendi (21), ondate di calore (20) e livello del mare (10) risultano influenzare malattie innescate da virus (76), batteri (69), animali (45), funghi (24), protozoi (23), piante (12) e cromisti (9).
E’ la prima volta che leggo uno studio di attribuzione del genere. Sul Lancet escono paper sulle circostanze climatiche ed ambientali che consentono a un’infezione di diffondersi, ma qui le malattie “patogeniche” sono centinaia e le circostanze variano insieme alla latitudine, alla ricorrenza degli eventi meteo estremi, agli impatti sulle risorse idriche, alimentari, abitative ecc.
Anche le circostanze storicamente e geograficamente rare sono documentate in bibliografia:
- Per esempio, analisi genetiche di un focolaio di antrace nel circolo Artico suggerisce che il ceppo batterico potrebbe essere antico, e provenire dal cadavere di un animale emerso quando il permafrost si è scongelato46.
I poveri sono più a rischio, refrain, spesso non esistono vaccini, conclusione:
- L’enorme numero di malattie patogeniche e delle loro vie di trasmissione [ne identificano >1.100, non esaustive…] aggravate dai rischi climatici rivela l’entità della minaccia per la salute umana rappresentata dai cambiamenti climatici e l’urgente necessità di azioni aggressive per mitigare le emissioni di gas serra.
Com. stampa dell’università delle Hawaii, articolo sul Guardian.
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Per tirarmi su di morale, ho letto su Current Biology il paper di Tim Hermans et al. sulla biochimica neuronale che aiuta la Drosophila melanogaster ad alleviare lo stress e un suo stato “simile alla depressione” mangiando dolci…
E questo lo hai letto?
BTW: ti ho mandato dei tweet sulla Nina 😉
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Non ancora – in compenso ho risposto ai tuoi tweet e ho letto il paper sulle teleconnessioni…
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