Giusto per Pasqua, oltre ai dati sull’ingiustizia sociale “esplosa” durante la pandemia, i quotidiani riprendono l’indagine di Domani sulle intercettazioni telefoniche di giornalisti e volontari di Save the Children, Medici Senza Frontiere e Jugend Rettet. Rientravano nella campagna organizzata dal ministro degli interni Minniti per criminalizzare le Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo.
Soccorsi obbligatori stando alle convenzioni internazionali sottoscritte dallo stato italiano. Delitti commessi in associazione con i trafficanti di esseri umani, stando al governo e alla zelante Procura di Trapani.
La quale in cinque anni non ha trovato prove e ha ignorato uno dei “più efferati” trafficanti libici. Forse perché era stato invitato dalle autorità italiane ad ammirare e imitare il trattamento riservato ai profughi nel centro di Mineo, indecente ma non letale? Oltre a contrattare il prezzo pagatogli da noi contribuenti per ogni profugo affondato?
Non c’entro (Carlo Rovelli interveniva su un altro uso della giustizia per negare la libertà di stampa). Ma sono solidale con gli intercettati e infuriata da socia buonista di Action Aid che partecipa all’accoglienza dei profughi. Invece della rassegna stampa scientifica detta “O’s digest”, ne faccio una diversa perché anche l’efficacia di Action Aid dipende da giornalisti disposti a fare domande scomode al potere
- Michela Murgia fa le domande scomode e senza risposta dal 2017 in un articolo di cui sottoscrivo tutto (La Stampa – i commenti fanno rabbrividire…)
- Paolo Borgna, ex magistrato, distingue tra intercettazione legale e giusta (L’Avvenire il cui l’intercettato è il bravissimo Nello Scavo), come Rino Giacalone (Lettera 21)
- la redazione del Guardian ricorda che anche Lorenzo Tondo era stato intercettato durante l’indagine in cui ha scoperto che la giustizia italiana aveva arrestato e condannato per traffico di esseri umani un rifugiato innocente,
- la Federazione dei giornalisti europei chiederà “spiegazioni” ai procuratori di Trapani – good luck with that! Ha già denunciato al Consiglio d’Europa la “massiccia violazione” della confidenzialità delle fonti
- la FNSI ha chiesto l’intervento del Ministero della giustizia e del Consiglio superiore della magistratura, facendo notare che le fonti sono confidenziali anche in Italia. Oltretutto è stata intercettata e trascritta per essere “messa agli atti” una conversazione tra Nancy Porsia, sotto scorta perché minacciata di morte dai trafficanti, e la sua avvocata che riguardava anche l’omicidio di Giulio Regeni…
La ministra ha promesso di “disporre accertamenti”. Se ne dimenticherà e i giornali pure?
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Nei vertici internazionali sulla crisi climatica e ambientale, Greta Thunberg fa da portavoce ogni tanto a Climate Justice, una rete informale di associazioni di cui fa parte anche Action Aid. L’estate scorsa, quando un’alluvione ha distrutto Cox’s Bazar dove cercano di sopravvivere i Royinga sfuggiti al massacro, Greta Thunberg ci ha dato parte di un premio che aveva appena ricevuto per aiutarci a ricostruire dispensari, mense, scuole ecc. insieme ai profughi e a Ong locali.
Non le avevamo chiesto niente, non sarebbe servito. Fa di testa sua con una cocciutaggine che quelli che la insultano da anni rifiutano di ammettere per meglio accusare gli ambientalisti di “manipolarla” e di asservirla a losche trame contro il “progresso”.
Un po’ presa da questioni legali e digitali, non avevo citato l’ultima sparata del direttore del Foglio. Per fortuna, su Climalteranti ci pensano Antonio Scalari di Valigia blu e Stefano Caserini:
- L’antipatia per figure come Greta Thunberg scaturisce da quella stessa visione che, se fosse tradotta in decisioni politiche, ostacolerebbe ancora quelle azioni, drastiche e urgenti, che oggi sono necessarie per fermare il riscaldamento globale.
Come diventano tutti berlusconiani quando vengono intercettati, ihih.
La mela non cade mai lontano dall’albero.
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