Maiali, dati e armi

Da Leonid Schneider, trovate una dose di ciarlataneria che dovrebbe bastarvi per il week-end. Il titolo “Sono stati i maiali” si riferisce a al paper di bio-climatologi australiani. Nel loro modello, mentre grufolano i maiali

Pigs in a paddock
Maiali selvatici australiani, foto: Local Land Services

selvatici Sus scrofa fanno rilasciare ai suoli 4,9 milioni di tonnellate/anno di CO2.

Leonid è un po’ perfido. Gli autori sono i primi ad ammettere che “serve più ricerca” perché il dato

  • è altamente incerto (95% PI, 0,3–94 milioni di tonn/anno CO2) a causa della variabilità della densità dei maiali selvatici e della dinamica dei suoli.

Non so se in Australia sono molto densi, ma pare che facciano grossi danni.

Coincidenza, oggi Science pubblica una perspective “Human-wildlife conflict under climate change“. E’ un conflitto per le risorse in uno spazio sempre più ridotto, che la crisi climatica sta aggravando e che costa già miliardi di dollari all’anno.

C’è anche un supplemento sul diabete di tipo I con quattro rassegne dei progressi e delle promesse non mantenute. Da abbinare

  • al policy forum sui paesi che non riescono a importare abbastanza insulina;
  • all’editoriale che lamenta pochi investimenti del “settore privato” nella ricerca di nuovi antibiotici;
  • alla perspective “niente scorciatoie per gli anti-virali Sars-Cov-19”, una rassegna di fallimenti collegata “allo studio di Tummino et al. [che] sottolinea come il concetto di riposizionamento di un farmaco senza alcuna ipotesi [di efficacia] può corrompere il metodo scientifico” – mica lo dice solo Leonid;
  • lo studio di Tia Tummino et al. che spiega in termini biochimici perché 23 farmaci “riposizionati” – tra cui idrossiclorochina, ivermectina e azitromicina – sono inefficaci.

L’articolo di Meredith Wadman sulla “superpotenza” dei vaccini a mRna contro il covid non è in open access. In compenso lo sono i due paper di cui parla:

  • in una ricerca uscita sugli Annals of Internal Medicine prevengono l’infezione asintomatica al 96% (Pfizer) e al 98% (Moderna) nella metà vaccinata di 54 mila veteranə americanə. Si chiamano così ma sono in maggioranza giovanə;
  • in quella di Nature Medicine, nel Qatar sono stati monitorati 256.037 vaccinati con la prima dose e 181.304 con la seconda dose di Moderna. Fino al 21 maggio scorso, la prevenzione delle infezioni era del 92,5 % per tutte le varianti, del 100% per l’Alfa e del 96% per quelle Beta.

Non si sapeva prima di aver usato i vaccini “nel mondo reale”. Nel protocollo degli esperimenti clinici, dovevano essere sicuri (effetti collaterali rari come per i vaccini pediatrici), ed efficaci oltre il 60% nel prevenire il covid sintomatico, quello grave e i decessi (i tre “end-points”).

Non era previsto né prevedibile che proteggessero dall’infezione con tutte le varianti – imprevedibili di per sé, anche se molto probabili per un virus che si riproduce in centinaia di milioni di persone.

Poi è arrivata la Delta, tre volte più contagiosa.

In Europa, nel frattempo

Altra settimana di risse tra pro-vax e no-vax, pro-green pass e no-green pass. La novità, secondo dati preliminari del CDC arrivati al Washington Post, al N.T. Times e forse altre testate – breve spiegazione qui e qui e in francese – è che la variante Delta infetta raramente i vaccinati contro il covid, ma se succede hanno nel naso e nella laringe la stessa carica virale degli infetti non vaccinati.

Oltre a essere molto più virulenta, nei non vaccinati sembra anche più patogena delle precedenti (pochi dati). Per fortuna i vaccini a mRna funzionano (molti dati).

I vaccinati infetti e sintomatici sono “probabilmente” altrettanto contagiosi dei non vaccinati infetti sintomatici. Fonte: preprint non peer reviewed, la carica virale deriva da un modello basato sul Covishield prodotto dal Serum Institute of India su licenza Astra Zenaca, non approvato in USA o nella U.E., ma in Inghilterra sì.

Così il CDC e Anthony Fauci hanno raccomandato la mascherina ai vaccinati se vanno in luoghi chiusi e affollati negli stati americani dove aumentano esponenzialmente i contagi, i ricoveri e i decessi da variante Delta – e dove la maggioranza non è vaccinata.

Qui le persone che conosco si dividono in un’esigua minoranza non vaccinata e fatalista per la quale (semplifico):

  • il vaccino è inutile, l’obbligo viola i diritti umani, il green pass è roba da dittatura, quello dopo una prima dose una presa in giro, dei tamponi c’è poco da fidarsi.

e una maggioranza bivax armata di evidenza scientifica:

  • una prima dose di Pfizer o Moderna riduce il rischio di infezione del 65%, e la mascherina di suo del 25-30%. Due dosi di AstraZeneca sono meno efficaci contro la Delta in Gran Bretagna, è vero, ma con la mascherina anche noi vecchiette dovremmo cavarcela.

Non vorremmo essere venute da Como per niente…

La cloche à fromage
Cloche à fromage, fonte della foto: il mitico Androuet

Sul green pass da ascoltat* di radiopop o lett* di gialli, tendiamo a domandarci come Alessandro Robecchi

  • Se si è convinti che il vaccino sia l’arma più efficace (io, per esempio, ne sono convinto) perché non imporlo? Perché lo Stato, che secondo l’articolo 32 della sua Costituzione deve garantire la salute dei cittadini, preferisce una delega di responsabilità anziché imporla?

Io, per esempio, ne sono convinta, ma è l’arma più efficace se tuttə sono armatə dappertutto. Imporla solo qui non ha senso nemmeno se Draghi ci chiude sotto una cloche à fromage.

5 pensieri riguardo “Maiali, dati e armi

  1. Green pass.

    Pericoloso far passare l’idea che chi si vaccina poi può girare libero che tanto non si ammala più: magari meno a lungo, ma lo si può portare in giro lo stesso, un po’ come un asintomatico.
    Facevano meglio a renderlo obbligatorio (salvo certificati medici), magari sopra i 17 anni, e poi però richiedere un tampone negativo per assembrarsi.

    E mascherine anche all’aperto, almeno incrociando altre persone nei mercati o percorrendo i marciapiedi.

    Invece si è preferito puntare su una bufala: ti vaccini e non contagi più – non è vero, semmai è più facile che tu ne soffrirai poco. Però il virus lo porti a spasso eccome e, prima o poi, lo passi ad un fragile

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    1. Perché una bufala, Cimpy? I vaccinati infetti sono rarissimi e nessuno sa quanti siano contagiosi. Non sarebbe etico fare esperimenti per capire se lo sono e i modelli non riescono a incorporare tutte le variabili.

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      1. Sylvie, magari mi sbaglio, chissà.

        Ci sono casi di tamponi positivi tra soggetti vaccinati con doppia dose di quello bello a distanza di sicurezza dalla seconda dose? O vaccinati con doppia dose (sempre almeno 15 giorni dopo la seconda dose) in quarantena?

        Se ci sono, perché?

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      2. (ad edempio:
        Tamponi positivi. Il team ha coinvolto 3.975 persone, in gran parte lavoratori essenziali del contesto sanitario. Dal 14 dicembre 2020 al 10 aprile 2021 i partecipanti si sono sottoposti a tamponi settimanali per la ricerca del SARS-CoV-2. Il virus è stato individuato in 204 persone, cinque delle quali completamente vaccinate (oltre 14 giorni dopo la seconda dose)

        Ovvio che non c’è paragone tra vaccinati e non.
        Ma sostenere l’equazione “vaccinato=non contagioso” (e quindi libero di girare per discoteche o – per assurdo – sputazzare in giro, è quantomeno pericoloso.

        Intanto perché nessun vaccino dà una copertura al 100%, poi perché quello che si ottiene è di far sì che in generale ci si preoccupi meno di tenere le distanze (o di lavarsi le mani, o di non sottovalutare sintomi leggeri)

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