Janina Steinert et al. hanno provato a valutare e capire i motivi dell’esitazione o della contrarietà a farsi vaccinare contro il covid, di oltre diecimila volontari reclutati in 8 paesi europei.
Hanno anche provato a superarla con quattro tipi di messaggi finora considerati più efficaci.
Su Science Advances, raccontano come la pensavano in Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Polonia, Spagna e Regno Unito, tra aprile e luglio 2021 quando erano disponibili i vaccini AstraZeneca, Pfizer, Moderna e Johnson & Johnson.
Per farsi un’idea della situazione pre-covid

Gli esitanti erano il 62,8% in Bulgaria, il 6,4% in Spagna, in Polonia a metà, in Francia e Italia attorno al 20%, in Svezia quasi il 15% e nel Regno Unito un po’ meno del 10%; le donne erano più scettiche degli uomini, ma né in Spagna né in Svezia.
I perché dell’esitazione erano gli stessi – disinformazione, negazionismo e complottismo compresi – ma cambiava la distribuzione: in Italia il 41% rifiutava di vaccinarsi perché gli effetti a lungo termine erano ignoti, in Germania il 44% perché temeva gli effetti avversi immediati.
La parte interessante da confrontare con il tasso di vaccinati oggi – dati UE qui e UK qui – è la reazione ai messaggi divisi in
- riduzione del rischio di covid
- privilegi legati al certificato vaccinale
- vantaggi “edonistici”: accesso a bar, ristoranti, concerti, viaggi ecc.
- altruismo: proteggere gli altri (campione insufficiente, differenza non significativa)
Non tutti aumentavano l’intenzione di vaccinarsi rispetto a quella del gruppo di controllo, e nessuno l’aumentava negli otto paesi. Tedeschi e britannici erano nettamente convinti dai privilegi e dai vantaggi edonistici che lasciavano gli altri indifferenti.
- Ancora più allarmante, il messaggio che insisteva sulla riduzione del rischio di covid e accresceva la voglia di vaccinarsi in Germania, non solo era inefficace nella maggior parte degli altri paesi, ma in Italia e in Spagna aveva effetti negativi.
Gli autori correlano l’esitazione a molti fattori, che possiamo confrontare con le nostre esperienze e opinioni personali. La correlazione più stretta è con l’analfabetismo sanitario nazionale e, in ordine sparso, il basso livello di istruzione, informazioni istituzionali confuse (perché 4 vaccini se tutti sono efficaci?), la sfiducia nell’élite e in BigPharma.
Ciò nonostante gli esitanti “condizionali” che volevano poter scegliere preferivano il vaccino Pfizer al 70-95% (Italia 75%), meno il Moderna e pochissimo l’AstraZeneca la cui popolarità superava il 25% soltanto nel Regno Unito.
(“L’ho preferito anch’io,” diceva oggi l’amica F. con la quale se ne parlava. Idem nel mio quartiere. “Si vede che la gente si fida perché l’hanno inventato in Germania”.)
Curiosità per come la pensano gli altri a parte, merita. E’ un paper scrupoloso e molto onesto. Inizia con una rassegna degli studi sul tema negli ultimi 20 anni, e delle loro contraddizioni; spiega nei particolari le carenze della ricerca (per il messaggio sull’altruismo, erano finiti i soldi…); suggerisce altre correlazioni possibili e come verificarle.
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The Lancet-Hiv normalmente non è open access, ma lo sono quasi tutti i commenti e i paper del numero speciale sulla “doppia pandemia” da Hiv e da Sars-Cov-2:
- Due terzi delle persone con l’Hiv vivono in Africa, ma soltanto il 15% delle persone che vivono in Africa sono state completamente vaccinate [contro il covid].
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Other news
L’HCFC-141b è uno dei gas “nuovi” che sostituiscono i CFC, regolamentati dal protocollo di Montréal. La sua produzione doveva calare (phase out) dal 2013, invece in atmosfera ha continuato ad aumentare tra il 2017 e il 2021, scrivono Luke Western e molti altri in un preprint in fase di revisione per il numero speciale sull’ozono di Atmospheric Chemistry and Physics.
Dalle misure satellitarie e dai sensori a terra, la produzione risulta diminuita in Europa del nord, Asia dell’est (Cina inclusa), USA e Australia. Allora da dove proviene? Articolo di Warren Cornwall su Science.
A proposito di satelliti.
Lo specchio del telescopio spaziale Webb è “allineato” dalla settimana scorsa e i suoi badanti stanno calibrando con immagini già spettacolari i vari strumenti via via che vengono accesi e puntati (“commissioned”). E il caro vecchio Hubble che volevano mandare in pensione ha festeggiato i suoi 32 anni con un bel gruppo di galassie.