“Quant’è verde il mio Draghi?” chiedeva l’Economist una settimana fa. Per fugare ogni sospetto, il capo del governo incaricava il fido Leonardi di rassicurare i produttori di inquinanti e climalteranti.

Nel “Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica”, il fido inseriva difensori del libero mercato nel senso del diritto di ammorbare noi e l’ambiente, tanto le esternalità le pagano i contribuenti. Tra questi, il giovane aspirante alla notorietà Riccardo Puglisi e l’illustre dubbivendolo Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno Leoni, firmatario della Dichiarazione di Great Barrington.
Sull’Economist di oggi, il “Technology Quarterly” dedicato alla biodiversità – “l’altra emergenza ambientale” – li farebbe inorridire. Dubito che leggano quel fogliaccio di angurie – termine tecnico dall’inglese watermelons: “verdi fuori, comunisti dentro”.
Fonti dello Stagnaro-pensiero documentate da Stefano Caserini, e legami con l’Institute of Economic Affairs da tonyscalari; per chi ha fretta, florilegio di S. Barazzetta.
Negli Schneider Shorts del venerdì, Leonid cita alcuni successi dei nettascienza – e ammette che Smut Clyde “deve essere Jennifer Byrne” (nice anti-age treatment, Smut).
Fine del prato delle bufale, inizio dell’
O’s digest
Dato il disprezzo per l’evidenza scientifica, è improbabile che Puglisi e Stagnaro leggano Science, quel fogliaccio di anticapitalisti, allarmisti, buonisti ecc. Agli altri invece, soprattutto se collaborano con le Ong per la giustizia climatica, raccomando il numero speciale “Climate-induced relocation“. Questo è il link all’introduzione, così trovate gli articoli nella colonna di destra, ma la cosa migliore secondo me è cominciare dalla presentazione di Idowu Ajibad sul blog del diretùr.
Su Nature di ieri c’è un bel paper di Mathis Loïc Messager (lettura gratis per ora) et al. dell’Inrae. In ogni continente trovano fiumi che si prosciugano ogni anno, a volte per pochi giorni, e stimano che in media globale siano circa il 60%. Eppure sono considerati risorse idriche perenni nei modelli economici, geologici, ecologici, dei cicli biochimici, della biodiversità, di gestione dei bacini, sostenibilità ecc. La ricerca usa i dati del River Atlas, molto incompleti anche nei paesi ricchi, lamentano gli autori.
Anche il commento di Kristin Jaeger è gratis.
A gentile richiesta
I media parlano dei ghiacci artici, misurati durante la missione MOSAIC, il cui declino avrebbe superato il punto di non ritorno. Dov’è il paper? chiede un’insegnante tendenza Fridays for Future.
Mi coglie impreparata… I ricercatori a bordo della nave Polarstern erano centinaia, il capo della spedizione Markus Rex dice che sono rientrati con una quantità micidiale di dati, ci saranno decine di paper nel pipeline. Si riferisce a questi, penso
- Evidence for an Increasing Role of Ocean Heat in Arctic Winter Sea Ice Growth, Journal of Climate;
- Interannual variability in Transpolar Drift summer sea ice thickness and potential impact of Atlantification, The Cryosphere.
Semmai aggiungo.
Grazie per la citazione 🙂 solo una correzione: il think tank di Great Barrington (promotore dell’omonima declaration) è l’American Institute for Economic Research.
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Ups, grazie, corretto.
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https://cryo.met.no con un sacco di informazioni sull’estensione dei ghiacci artici. Bellissimo il nuovo blog!
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grazie Cristian, non è merito mio – e anche per il link ai ghiacci artici.
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