Arrivo al lycée Stendhal con la mascherina chirurgica. Prevale la Ffp2 a maggioranza bulgara. Ne ho una in tasca. La cambio? chiedo al giovane in Ffp2 dietro di me nella fila. “Non, c’est pas la peine.”
In Francia non sono più obbligatorie, “mais bon, on est en Italie”. Nei seggi sarà come nei negozi? O nei musei? Non lo so, dice la signora che appiccica il post-it sul documento d’identità. Atmosfera cordiale, da rito laico in una domenica di sole.
Mascherine a parte, è tornato tutto normale, dice un signore che forse dovrei riconoscere se fosse senza. Ha notato anche lui l’assenza di camionette dei carabinieri, di molteplici ingressi con i metal-detector e le vaschette di plastica. E si può lasciare la bici nelle rastrelliere del liceo.
Cinque anni fa, c’erano state minacce di attentati.
Fra le dodici pile di schede sul tavolo del nostro seggio, la più bassa è quella di uno dei due candidati alla destra di Marine Le Pen. “Normalmente” qui il voto tende a essere liberal-centrista già dal primo turno.
Rientro a zigzag per ispezionare lo stato della vegetazione in uno dei quartieri più verdi e fioriti di Milano. Aria tiepida e tersa dopo il vento di ieri, glicini, ciliegi, magnolie bianche, magnolie rosa, rododendri, passa un po’ il disagio di votare per i mali minori.
O’s digest, cont.
- un policy forum di Science è in tema: “French president expected to push controversial research reforms if reelected“. Le riforme controverse rafforzerebbero l’autonomia e la competitività delle università a spese di quella dei centri nazionali di ricerca come il Cnrs e l’Inserm. A “spese” anche nel senso che l’aumento dei finanziamenti previsto dalle legge di riforma del 2020 favorirebbe alcune università di élite, scrive Elizabeth Pain;
- l’altro policy forum di Lance Price et al. riguarda un tema controverso in USA: come etichettare le carni provenienti da animali alimentati con l’aggiunta di antibiotici, per le carni UE è vietato dal 2006, ma non per quelle di importazione;
- Jon Cohen aggiorna sulle nuove versioni di vaccini anti-covid a mRna, meno costose e più facili da conservare;
- e Jocelyn Kaiser sui trial previsti e in corso con nuovi vaccini, molti dei quali a mRna, per prevenire i tumori più diffusi – uno sviluppo delle terapie immunitarie.
Da Science Advances
Per chi è interessato ai modelli meteo e climatici del sistema Terra (complessità crescente fino a “gemelli digitali del pianeta“…) e ai dati che “integrano” (in quantità crescente), c’è una bella rassegna – secondo me – di Andrew Gettelman et al.
Valutano i metodi più efficaci per esempio per ridurre il margine di incertezza, i mezzi già disponibili o in via di sviluppo, dalle tecniche computazionali ai sensori. Ogni tanto il testo diventa un po’ tecnico, insomma. Però ogni sezione ha una parte introduttiva per non addetti. Una mi sembra da ricordare sempre e qualunque sia il modello, anche se descrive strumenti specifici:
- I modelli e le osservazioni non sono entità distinte. Quasi tutte le osservazioni hanno un modello interno e, allo stesso modo, i modelli sono sviluppati con leggi fisiche derivate, valutate e vincolate da osservazioni. Considerate questi esempi. Nemmeno un termometro tradizionale ad alcool o a mercurio misura direttamente la temperatura.

A proposito di osservazioni integrate in un modello…
Sarebbe da far girare nelle Ong il paper di Katrin Vohra et al. sull’aumento dell’inquinamento dell’aria dovuto “quasi esclusivamente a fonti antropiche emergenti” tra il 2005 e il 2018 in 46 metropoli tropicali. Proprio dov’è in corso una transizione energetica dalle biomasse ai combustibili fossili che sono “efficienti”.
Stimano che il maggior inquinamento da polveri sottili e Nox abbia causato 179.550 “morti premature” in più nel 2018, concentrate in India e in Bangladesh, figura 6 (95% confidence interval: −227,131 to 586,231) perché a Bangkok, Ho Chi Mihn City e Hanoi le morti premature sono diminuite. Stando alle proiezioni demografiche dell’Onu e altre, nel 2100 potrebbero viverci 60 milioni di abitanti (fig. 1 sopra), gli autori trovano che sia urgente intervenire per fermarlo.
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Nella sezione “cultura” dell’Economist, ho letto un ottimo articolo sulla concezione einsteiniana del tempo tra i fisici e quella dei filosofi che torna a essere bergsoniana, a cent’anni dell’incontro di Parigi vinto per k.o. da Einstein.
Poi c’è il tempo visto dagli psicologi, dai neuroscienziati, dai linguisti…
Ho commentato la preoccupazione di climate monitor di incappare nella censura sui negazionismi da parte di Twitter e con mia sorpresa mi ha attaccato subito Roberto Kersevan. Sempre gli stessi nomi?
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Che onore, prima l’alt.uff. delle FF.AA, e poi “non sa chi sono io”!
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