Da quest’estate uso Twitter come bloc-notes e, data la gestione di Elon Musk, non sembra una buona idea. Torno a mettere qui la rassegna stampa ochesca, così ritrovo paper e notizie che forse non interessano solo me.

Indri, Madagascar, ottobre 2018, foto di Charles Sharp/Creative Commons
Finita piuttosto male la COP27 sul clima, l’altro ieri a Montreal è iniziata piuttosto male la COP15 sulla biodiversità:
- sunto della crisi sul Guardian;
- esortazioni rivolte ai leader mondiali da Nature e di Nature EcoEvo;
- la biodiversità “unica” del Madagascar e come salvare quella che resta – due rassegne su Science della settimana scorsa;
- Dall’800 l’agricoltura moderna accelera l’adattamento (genetico) e la diffusione geografica delle piante invasive dall’est all’ovest degli Stati Uniti, di Julia Kreiner et al. su Science di questa settimana – “perspective” di Katherine Waselkov et al. gratuita anch’essa, credo.
- Un paper entusiasmante (e gratis, come gli altri) su Nature. Grazie ad analisi del Dna ambientale estratto faticosamente da carote di permafrost, identifica gran parte della biodiversità nel nord-est della Groenlandia attorno a 2 milioni di anni fa. All’epoca in media, c’erano oltre 10° C più di oggi, foreste e praterie popolate da mastodonti, renne, oche, paleo-lepri [omissis] e insetti stercorari che ne digerivano gli scarti – presentazione di Ewen Callaway.
Clima e nuvole

Cumulus medriocris, foto: kr val, Wikipedia
Continua il tormentone “modelli e contributo delle nubi al risc. globale”:
- per i cumuli sottili nella zona degli alisei, troviamo che in teoria “l’aumento dinamico della nuvolosità dovuto al rimescolamento prevale sul controllo termodinamico attraverso l’umidità.” Quei cumuli aumenterebbero di poco la temperatura, quindi sarebbero sbagliati i modelli con un’elevata sensibilità del clima a un raddoppio della concentrazione atmosferica di CO2 rispetto a quella dell’Ottocento, scrivono Raphaela Vogel et al. su Nature;
- in un gruppetto di modelli dell’insieme CMP6, notiamo che i parametri scelti per tener conto dell’effetto delle nubi a media altezza sulla temperatura alla superficie del mare, in particolare nell’Oceano meridionale, portano a sensibilità esagerate del clima, scrivono Nicholas Lutsko et al., su JRC Atmosphere;
- Thread di Andrew Dessler che inserisce il paper Vogel et al. – e quindi di Lutsko et al. – nel contesto di altri paper recenti secondo cui i modelli sottovalutano il feedback positivo – i.e. l’aumento della T. globale – delle nubi, e la sensitività del clima resta tuttora stimata in 2,5-4° C come nel VI rapporto Ipcc. (Tendo a fidarmi di Dessler, autore tra l’altro di The Science and Politics of Global Climate Change: A Guide to the Debate).
- a proposito della COP27, avevo dimenticato di segnalare gli editoriali di Nature Climate Change e di Nature Human Behaviour.
Ingiustizia ambientale ed energetica
- E’ il primo paper del genere che vedo, da prendere un po’ con le pinze anche se le conclusioni mi sembrano plausibili. In USA, l’inquinamento dell’aria urbana contribuisce per un terzo ai disturbi dello sviluppo cognitivo nei bambini poveri in età pre-scolare, di Geoffrey Wodtke et al. su Science Advances;
- Su Ecological Economics, il gruppo diretto da Julia Steinberger collega montagne di dati: consumi di energia, le spese per nucleo famigliare (household) e il livello di benessere individuale in Gran Bretagna, per fasce di reddito e di consumi. No surprise: “l’analisi centra la questione della giustizia energetica: alcune famiglie usano così poca energia da non poter raggiungere un elevato benessere, mentre altre ne usano oltre dieci volte di più…”
***
Da For better science, oltre agli short di Leonid Schneider che escono ogni venerdì, segnalo una puntata sfavillante della Quackopedia di Smut Clyde. Il protagonista è una vecchia conoscenza: Marco Ruggiero, il professore di oncologia che, quando insegnava all’università di Firenze, vendeva a malati di Aids reclutati online miracolosi yogurt da 60-100 euro/cad. al dì.
Purtroppo Translate Google non rende bene lo stile di Smut Clyde.
Visto che Musk ha ripristinato l’account Twitter di un sacco di gente fra questi c’è anche Leonid Schneider?
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Grazie, zoomx, ma trovo solo “LeonidSchneide1” che non è di Leonid.
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