“Di solito la prima pubblicazione accademica è una pietra miliare nella carriera di uno scienziato e anche una fonte di orgoglio,” scrive Martin Enserink su Science. “Per il biologo evoluzionista Ken Thompson, dell’università della British Columbia a Vancouver, non è stata né l’una né l’altra.”
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Una firma, se vi va
Sabato assemblea dei soci di Action Aid-Italia, uscita dal disastro meglio di come temevo, grazie a tutti quelli che hanno dato una mano, a volte entrambe, o un po’ di soldi, a volte parecchi. Poi collegamento con Araddhya Mehtta che dirige A.A.-Myanmar
Cosa si prova a essere una mosca
Mi ripromettevo di parlare di Pensieri della mosca con la testa storta di Giorgio Vallortigara e mi sentivo un po’ in colpa. Non più perché ho solo un poscritto da aggiungere alla discussione con Ugo Morelli, alle recensioni di Riccardo Manzotti su DoppioZero o di Tiziana Colaianni su SapereAmbiente (h/t radioprozac).
“Le parole sono importanti”
Refrain da decenni. Senza citare Nanni Moretti, lo dicono tre articoli usciti su Nature fra ieri e oggi a proposito del razzismo sistemico nella scienza; del linguaggio usato dai media per parlare delle proteste Black Lives Matter; della disinformazione sparsa dai social su covid e vaccini. E a proposito di come influenza i nostri comportamentiContinua a leggere ““Le parole sono importanti””
Sentivo la loro mancanza
Una calamita poggiata sul punto dov’è stato iniettato un vaccino contro il covid ci resterebbe attaccata. Sarebbe un “indizio dell’inversione parametrica del cromosoma“, ha spiegato Antonietta Gatti – “una delle nostre punte di diamante a livello scientifico” – all’avv. Mauro Sandri, specializzato in class action contro i “Grandi Resettatori”.
More profit on pandemic
Quasi quasi mi disabbono. Su Science di oggi, nemmeno un accenno alla decisione degli USA sui brevetti per vaccini anti-covid, ad applaudire i profitti già realizzati dalle Big Pharma e quelli futuri ci pensa Derek Lowe su “In the pipeline“, un blog di Science.
Alberi e foreste
Il Guardian pubblica un’inchiesta realizzata insieme a Unearthed sui crediti carbonio comprati dalle compagnie aeree più “virtuose” in 10 progetti Redd+ gestiti da Verra, la più grande delle non profit che rilasciano certificati di conservazione delle foreste. Alcuni progetti non hanno fermato la deforestazione o il degrado, non ancora almeno.
Contro il metodo
Oggi sul Corriere, il prof. Abrignani del CTS-covid dice che “la scienza italiana deve scusarsi, non sa parlare con una voce sola”. Se può consolarlo è peggio dove una voce che pretende di parlare a nome della scienza mondiale sovrasta tutte le altre. In Francia per esempio,
Diplomazia vaccinale
Peter Hotez del Baylor College of Medicine, in Texas, è l’autore di “Vaccines didn’t cause Rachel’s autism” – Rachel è sua figlia – e di “Preventing the Next Pandemic: Vaccine Diplomacy in a Time of Anti-Science“. Su Nature usa una retorica da guerra fredda che non mi aspettavo:
I compiti
“Perché non parla più dell’AstraZeneca?” chiede un avventore del bar sotto casa, preoccupato per i rischi di trombosi, mentre “gli altri vaccini”… Secondo me non c’è una grande differenza. Mica ci crede, ha sentito in tivù che molti paesi europei non lo usano più e in America non l’hanno neanche autorizzato. “Meglio il Pfizer.”
