Con record di caldo simultanei in mezzo mondo, la stampa che nega l’effetto serra delle nostre emissioni di gas serra ripete “il clima è sempre cambiato” e “a luglio fa sempre caldo”.

I due “argomenti” si contraddicono da 40 anni. In Francia, in Gran Bretagna e negli USA, per essere più convincenti i dubbivendoli aggiungono “faceva più caldo nell’estate del – rispettivamente – 2003, 1976 e 1934-1936. Mi aspettavo da Giuliano Ferrara, molto bravo a confondere meteo e clima, che facesse lo stesso sul Foglio. Invece è rimasto nel vago:
- A luglio fa caldo da secoli: facciamocene una ragione invece di sacrificarci all’ideologia (testo gentilmente riprodotto su Twitter per i non abbonati)
Marco Cattaneo gli ha comunque fatto vedere che a Roma, dove abitano entrambi, da mezzo secolo in luglio fa sempre più caldo. Ferrara ci ripensava e scriveva
- I meteo-montanari dicono che viene giù tutto, ma a Sils Maria, l’unica montagna che conosco, uno dei luoghi più belli del mondo, è sempre tra i tredici e i ventiquattro gradi, a metri 1800 di altitudine. No news again today. #controllatepure
Hanno controllato pure in tre.

E’ colpa degli ambientalisti al potere, passim
Con i Climalteranti, si discuteva dell’articolo di Federico Rampini che su Repubblica riprendeva bufale di Fox News già smentite dalla BBC
- Un piccolo, sporco segreto, quasi invisibile nei resoconti internazionali, è all’origine della crisi agroalimentare che affama la popolazione. I fratelli Rajapaksa, ascoltando consiglieri occidentali dalle credenziali ultra-ambientaliste, cercarono di convertire l’intera agricoltura dell’isola ai metodi agro-biologici. Nell’impeto riformatore, agognando alla purezza degli ambientalisti dei paesi ricchi, vietarono l’importazione di fertilizzanti chimici sull’isola.
Nella realtà, i Rajapaksa hanno
- vietato le importazioni di prodotti agrochimici in aprile 2021 per risparmiare valuta estera, nonostante le proteste di agronomi “ambientalisti”;
- nominato una task force per il passaggio all’agricoltura bio in ottobre, composta da lobbysti bio locali (legati all’industria del turismo, mi aveva detto l’angelo custode, perché i turisti – cinesi soprattutto – “sono come i nostri ricchi”, preferiscono il cibo bio);
- abrogato il divieto e la task force in novembre quando ormai di valuta estera non ce n’era più.
Agg. 22/07: questo articolo riguarda le elezioni del 2019 viste dagli USA, ma potrebbe interessare chi vuol saperne di più sugli ambientalisti srilankesi, in particolare sulla loro opposizione alle grandi opere cinesi.
Detto “Brontolo”

Altra bufala ricorrente: piantare foreste e/o la cattura del carbonio salveranno il clima, ma gli ambientalisti… Kevin Trenberth ha rifatto i conti in un articolo su The Conversation. Siccome è un prof, ci ha aggiunto il disegno del ciclo del carbonio; siccome è per la Climate Justice il grafico sopra, basato su “dati pubblicati dalla BP” (!) che non avevo mai visto.
O’s digest – Nature
- un bell’editoriale su Gregor Mendel in occasione del bicentenario della sua nascita;
- un altro bell’editoriale sulle collaborazioni per la ricerca sul clima nell’Artico che non devono escludere i collaboratori russi e un articolo di Alexandra Witze su come i climatologi cercano di aggirare le sanzioni;
- il paper di Colin Carlson et al. sul riscaldamento globale che aumenta i rischi di trasmissione di virus da una specie all’altra esce sul numero di oggi, ma era stato anticipato on line in aprile. Pdf e lettura gratis qui, com. stampa dell’università di Georgetown.
Speravo che Nature lo mettesse in open access, perché venerdì scorso su Science, Alexandra Phelan e Colin Carson spiegavano il “trattato” internazionale, preparato da una commissione dell’Oms, “per interrompere il ciclo delle pandemie”, di cui una parte usa le loro ricerche. Per ora è una bozza.